UNA RISSA DI CORTILE CHE DISONORA LA POLITICA, QUELLA PROVOCATA DAL COORDINAMENTO PROVINCIALE DI FORZA ITALIA

Ieri, 9 febbraio, abbiamo pubblicato la nota con cui il sindaco di Puglianello, Francesco Maria Rubano, approdato in Forza Italia qualche
anno fa prima di essere deputato azzurro, ma con il concorso rilevante dei voti di Fratelli d’Italia, dopo aver transitato nel partitino di
Alfano, alleato del Pd, e nell’entourage mastelliano, dimostra di essere molto dinamico nell’assumere iniziative e nell’ascrivere a proprio
merito la realizzazione di alcune opere, come il raddoppio della Telesina, da quando occupa un seggio a Palazzo Montecitorio.
Nella nota pubblicata ieri, il neo deputato forzista avoca a sé il merito di aver mosso le giuste pedine nello scacchiere politico e
istituzionale per accelerare l’iter sull’avvio dei lavori di raddoppio della S.S. 372, detta “Telesina”, dimenticando però di dire che il
contenzioso giudiziario, attivato dal Consorzio Medil nei confronti di chi si è aggiudicato l’esecuzione dei lavori, è durato 3 anni, nel corso
dei quali vi è stato un aumento dei costi dei materiali. Insomma, da quella nota, si capisce che, grazie al suo interessamento, e non al
termine del contenzioso giudiziario e alla revisione dei prezzi, i lavori del raddoppio avranno un avvio.
Il coordinamento provinciale di Forza Italia, in risposta a Giovanni Cacciano che aveva ricordato a Rubano lo stato dell’arte relativo al
raddoppio della Telesina, scrive: “’Un bel tacer non fu mai scritto’ non si addice al segretario provinciale del Pd al quale ci si può riferire
anche con un avvenimento storico: “Caligola fece senatore un cavallo”, Del Basso De Caro, invece, ha fatto segretario un somaro”. Il
segretario del Pd avrebbe dimostrato di avere “memoria corta”, oltre che una “lingua biforcuta”, per il fatto che si sia permesso di
accusare un deputato di soffrire di “amnesia”, nel non ricordare il modo come sia stato reso possibile il finanziamento dell’intera opera
che sfiora il costo di un miliardo di euro, nel non ricordare tutte le conferenze di servizio che vi sono state e i veti posti, finanche dalla
Sovrintendenza, pare, alle belle arti. Ma ci voleva Rubano a compulsare “l’Anas a non prolungarsi nel disbrigo delle questioni tecnico
amministrative”.
Il coordinamento ha ricordato che Rubano, in note stampa, “ha puntualmente citato il contributo dato dal senatore Viespoli (che nel 2001
fece inserire il raddoppio della Telesina nella legge obiettivo – ndr) e dall’onorevole Del Basso De Caro al raggiungimento dei risultati che
oggi sono coordinati dagli uffici competenti del Governo di Centrodestra”.
Poi, a conferma di quanto dicevamo, in relazione al modo come Cacciano “si sia permesso di accusare…”, il coordinamento
esplicitamente afferma: “All’onorevole Rubano non possono essere date lezioni di bon ton politico e garbo istituzionale, men che mai dal
segretario piddino, al quale viceversa urgono lezioni su come ci si rivolge a protagonisti istituzionali”, eletti, nel caso di Rubano, con i voti
di Fratelli d’Italia, il partito clemente verso gli evasori fiscali. Certo, lui è deputato, mentre Cacciano, un semplice funzionario dell’Asea, che
dovrebbe occuparsi “delle questioni attinenti l’agenzia”, è un semplice segretario di un partito che, sul piano nazionale, aggiungiamo noi,
vale tre Forza Italia, in termini elettorali.
Però, il coordinamento accusa Del Basso De Caro di aver sbagliato l’individuazione dei suoi segretari provinciali facendo incetta di
irriconoscenti e irriverenti”. In questo, il coordinamento, scambiando Del Basso De Caro in un Berlusconi, il fondatore di Forza Italia che
distribuiva cariche, d’altronde come lo stesso Rubano, senza celebrare congressi, non sbaglia. Si vede che questi coordinatori, come lo
stesso Rubano, devono ancora farsi le ossa in politica. Sappiano, i coordinatori, che Giovanni Cacciano è stato eletto segretario
provinciale del Pd da un congresso, lungi dall’essere nominato da Del Basso De Caro a ricoprire tale carica.
In difesa di Cacciano è intervenuto il commissario dei giovani democratici, Stefano Orlacchio, con la seguente nota:
“I giovani democratici del Sannio esprimono massima solidarietà e vicinanza al Segretario Provinciale del Partito Democratico del
Sannio, dott. Giovanni Cacciano, persona responsabile e a modo, vittima di un attacco indegno da parte del coordinamento provincia le di
Forza Italia, partito guidato dall’on.(?) Rubano Francesco Maria, il quale si è dimostrato in piena esaltazione derivante dal potere di recente
acquisito e protagonista di disinformazione sul tema del raddoppio della Telesina”.
“La politica è un’arte sempre più rara”, prosegue la nota di Orlacchio, “da ricercare nella classe dirigente odierna e con la nota stampa di
Forza Italia, dove si dà del ‘somaro’ al rappresentante politico della prima forza politica di opposizione a livello nazionale, si dimostra
plasticamente la necessità di una classe politica in primis educata e dopo competente!”.
Ma vediamo come Del Basso De Caro ha replicato al coordinamento di Forza Italia:
“La nota del Segretario Provinciale del PD, correttissima nella ricostruzione dei fatti, è stata riscontrata dagli organi di Forza Italia con
una prosa francamente inaccettabile che disonora la politica facendola regredire a rissa di cortile.
Se il confronto prescinde dalla idee risolvendosi in un’aggressione personale, fatta di insulti e contumelie, siamo dinanzi alla
certificazione della morte della politica ed alla tragica conferma che la principale ragione della nostra arretratezza risieda in noi stessi, nel
nostro provincialismo, nella nostra incapacità di guardare oltre la siepe che circonda il modesto tugurio.
Insistere nel dare prevalenza all’apparire piuttosto che all’essere condurrà alla definitiva sconfitta della nostra comunità a prescindere da
coloro che , nel contingente, dovrebbero rappresentarla con “disciplina e onore” secondo il dettato costituzionale.
La visione d’insieme e lo sguardo lungo continuano ad essere merce rara con le conseguenze che, ogni giorno di più, avvertiamo sulla
nostra pelle.
Mai come in questo caso, ciascuno è artefice del proprio destino”.
Sulla vicenda, è intervenuto, con una lunga nota pubblicata da “Otto pagine”, anche Pasquale Viespoli, sostenendo che se lui, quando era
sottosegretario al welfare in quota AN, non avesse fatto inserire il raddoppio della Telesina nella legge obiettivo, il deputato Rubano e il
segretario provinciale del Pd, Cacciano, non avrebbero avuto nulla da rivendicare. Ma vorremmo far rilevare all’ex sottosegretario che se,
nel 2001, non avesse fatto inserire nella legge obiettivo il raddoppio di quell’arteria stradale, qualche altro avrebbe posto il problema del
raddoppio, dal momento che quella strada, molto trafficata, è “teatro” purtroppo di molti incidenti, anche mortali.
Giuseppe Di Gioia
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