NEL LAVORO DI MARIO COLLARILE, “ISIDE, SIGNORA DI BENEVENTO”, E’ STATO DATO UN SEGNO TANGIBILE DI BUONA VOLONTA’ PER FAR CONOSCERE BENEVENTO
Il lavoro è stato presentato dall’Avvocato Mario Collarile

Questo è il titolo dell’ultimo lavoro dell’Avv. Mario Collarile docente presso l’Università Giustino Fortunato ed appassionato cultore di storia
ed arte, presentato lo scorso sei marzo presso il teatro Comunale di Benevento, alla presenza di tutte le maggiori autorità della città, quali
il Sindaco, Clemente Mastella, il presidente della Provincia, Nino Lombardi.
I ringraziamenti per la collaborazione svolta sono andati ad Elio Galasso, Luigi Meccariello, Francesco Morante, Marcello Rotili, Padre
Davide Fernando Panella, Vincenzo Collarile, che hanno lavorato in tandem con l’autore.
Con lui, in questo nuovo progetto, anche un’azienda beneventana, la Tipografia Iuorio, che ostinatamente ha deciso di non chiudere i
battenti ed è rimasta a lavorare alacremente nella nostra città.
Un progetto di grande coraggio. Il libro, oltre alla storiografia, puntuale e preziosa, raccolta dall’Avv. Collarile, è corredata da foto ed
illustrazioni di reperti, pergamene, di indiscussa bellezza, ma soprattutto di grande interesse storico. Un libro che tutti dovremmo avere in
casa, per approfondire la conoscenza della nostra città, incuriosirci per visitarne le bellezze e le rarità, seminascoste o semisconosciute.
La presentazione del libro, fatta dall’Avv. Collarile, ha rispecchiato la sua personalità, il suo carattere gioviale, con una simpatia
indiscussa che si unisce ala grandissima professionalità e alla grande cura con la quale ha da sempre preparato i suoi scritti.
L’avventura di Iside a Benevento inizia con l’imperatore Domiziano. Egli era il secondo figlio di Vespasiano. Quando il padre fu proclamato
imperatore e Vitellio costretto ad abdicare, i suoi veterani presero d’assalto il Campidoglio, dove si trovavano il fratello di Vespasiano ed
il suo secondo figlio, Domiziano. La rivolta, appena scoppiata, non faceva prevedere nulla di buono, ma la fortuna volle che fossero
presenti alcuni mercenari egiziani, i quali, visto l’evolversi della ribellione, salvarono il giovane Domiziano, facendogli indossare una veste
del sacerdote della dea Iside. Domiziano non dimenticò il miracolo che era avvenuto, grazie all’intervento della dea Iside, a cui doveva la
vita.
Infatti, una volta divenuto imperatore fece erigere a Benevento un grandioso tempio della dea, di cui però ancora non si conosce
l’ubicazione, ad opera del costruttore beneventano Rutilio Lupo, il quale regalò i due obelischi siti davanti al Tempio di Iside,
Infatti, gli studiosi non sono concordi tra di loro, nell’indicare il luogo in cui sarebbe stato costruito: per Rossana Pirelli il luogo del tempio
sarebbe presso il Teatro Romano; secondo Luigina Tomay sarebbe stato costruito in Contrada Cellarulo, per il Prof. Elio Galasso in Piazza
Piano di Corte.
Al momento non possiamo dare risposte certe, anche perché, per molto tempo, non è stato possibile neppure decifrare i geroglifici, per i
quali abbiamo dovuto attendere il 1972, e siamo di fronte a degli studi molto dinamici e a nuove scoperte, che possono, da un momento
all’altro, mutare o capovolgere le attuali ricostruzioni.
Ci chiediamo perché proprio a Benevento. Perché ai tempi dei Romani, la nostra città era tenuta in grande considerazione, per la sua
posizione strategica, quale punto di incontro di varie civiltà.
Bei tempi passati.
Al momento della scopertura della perfetta ed integrale copia dell’Obelisco, sito in Piazza Papiano, lungo il Corso Garibaldi di Benevento,
di fronte alla chiesa della Madonna del Carmine, detta S. Anna, di cui esiste il gemello, situato presso il Museo del Sannio, grazie
all’intervento dell’egittologo, Dott. Pierfrancesco Izzo, abbiamo potuto conoscere tanti dettagli della colonna, di cui finalmente è stato
possibile decifrare le scritte. Una copia precisa e perfetta è stata costruita nel laboratorio del Cav. Vincenzo Mucci, di cui è stato fatto
dono alla sede di Confindustria di Benevento.
Quest’ultima, insieme ad Ance, ha provveduto ad acquistare il palazzo dell’ex Banca d’Italia, dove sarà collocato, a ricordo del lavoro
svolto dagli imprenditori beneventani e da quelli, come il Dott. Oreste Vigorito, presidente della Confindustria, che continuano ad
interessarsi al futuro della città.
A tal proposito, non poteva mancare il ringraziamento a Vigorito, che sta egregiamente portando avanti il progetto, del mai non troppo
compianto, fratello, Ciro.
Così come ci è stato promesso, non si deve abbandonare il progetto della realizzazione del Museo egizio, che sarà il secondo dopo
quello di Torino, per preziosità e numero di reperti, che attualmente sono collocati presso il Museo Arcos, situati nei sotterranei del
palazzo della Prefettura.
La prima raccolta dei ritrovamenti egizi beneventani fu realizzata da Hans Wolfang Muller, uno studioso tedesco che ipotizzò il luogo del
Tempio con la zona del Duomo, situata vicino al Foro Romano, come testimoniano i recenti scavi in Piazza Cardinal Pacca. Il luogo, per la
sua posizione strategica, sembrerebbe l’ideale, in quanto punto d’incrocio tra la Via Appia e la via Latina, una posizione strategica
centrale rispetto alla città. Non è dunque improbabile che lo spazio del tempio potesse essere stato poi utilizzato per la costruzione di
una chiesa cristiana.
Come ha sottolineato l’Avv. Collarile, il grandioso tempio di Iside fu però distrutto dai terremoti, e quando giunsero, nel 570, i Longobardi
a Benevento, ne utilizzarono i reperti per costruire le nuove abitazioni, per questo troviamo capitelli, colonne, bassorilievi sparsi in tutta la
città. In particolar modo le colonne del Tempio di Iside furono inserite all’interno della Chiesa di Santa Sofia, destinate a sorreggerne la
pianta stellare, chiesa, questa, che è stata proclamata ”Patrimonio dell’Umanità”.
In realtà, al tempo non vi era alcun rispetto per le civiltà precedenti, il tutto veniva gestito in funzione delle necessità impellenti, i materiali
da costruzione erano difficili da realizzare ex novo e pertanto si preferiva, per un risparmio di tempo e di lavoro, utilizzare tutto quanto
fosse a disposizione.
L’Avv. Collarile ha concluso la sua presentazione affermando: “Per me, la dea Iside è l’ultima maga e la prima Strega di Benevento”.
Ed infatti è stata lanciata l’idea di Museo anche per la Strega, questa figura mitologica popolare, che ha trovato una piacevolissima
incarnazione nel famoso liquore omonimo.
Il messaggio finale, dunque, che il nostro eccellente autore ha ribadito più volte nella presentazione, è stato quello di assumerci la
responsabilità di far conoscere di più questa città, non solo con le belle parole, ma soprattutto con i fatti, attirando così sempre più
presenze di turisti e studiosi.
Con questa pubblicazione, è stato dato sicuramente un segno tangibile di buona volontà.
Giuseppe Di Gioia
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