FLORIAN ZELLER DESCRIVE UNA DONNA CHE, DOPO 25 ANNI DI MATRIMONIO, SI SENTE UNA MADRE FALLITA.
Magistrale l’interpretazione di Lunetta Savino

Ancora un importante appuntamento con la Rassegna di Benevento Città Spettacolo, Teatro, con la messa in scena di un capolavoro di
Florian Zeller: “La madre”.
In campo sono scesi Lunetta Savino, nel ruolo di Anna, la protagonista; Andrea Renzi che ha interpretato il marito, Pietro; il figlio Nicola
(Niccolò Ferrero) e Elodì, Chiarastella Sorrentino, che hanno indossato i costumi di Alessandra Beneduce.
Un cast eccezionale che ha recitato sulle scene di Luigi Ferrigno, arricchite dalle luci di Pietro Sperduti, il tutto sotto la bravissima regia
di Marcello Cotugno.
La scena iniziale è quella di un normalissimo ménage familiare: marito e moglie che discutono sul loro passato, sul loro presente, sul
loro futuro. Nel dialogo tra i due è in realtà Anna che cerca di attrarre l’attenzione su di loro, sul loro vivere quotidiano. Una coppia,
insieme da 25 anni, pensa che ora sia arrivato il momento del resoconto, su quanto è stato fatto, ma soprattutto sul confronto tra i
risultati previsti e quelli raggiunti.
Anna si duole del fatto, ormai comune a molte mamme, di non ricevere tempestiva risposta da parte del figlio, quando lo chiama o gli
manda messaggi.
E’, questa, un po' la situazione in cui spesso si ritrovano i genitori di oggi. Eppure, i ragazzi vivono con il cellulare tra le mani, sempre
immersi nel display, anche quando attraversano la strada, con grande rischio per se stessi e per gli autisti.
La protagonista cerca di consolarsi, fingendo di non capire i tradimenti continui del marito, che si assenta nei weekend, per andare a
frequenti convegni a Chieti.
Carinissima è stata la trovata di sistemare tovaglia, tovaglioli, posate, nel frigorifero. I dialoghi sono spesso pervasi da una sottile
ironia, quasi un sarcasmo che si percepisce nelle parole di Anna.
Il personaggio di Pietro è anch’esso ben interpretato, asciutto, pulito, terribilmente sincero. I genitori si ritrovano però a dover interagire
con il loro figlio, Nicola che improvvisamente irrompe nella scena e sembra finalmente colmare il vuoto in cui vive Anna.
Una donna, tutto sommato, che ha vissuto esclusivamente alla sua famiglia, dalla quale però si sente abbandonata.
Neppure l’acquisto di un nuovo bellissimo abito rosso riesce a sedurre ed s incantare i suoi, ognuno dei quali va per suo conto, senza
dare troppa attenzione a lei.
Da qui sembra arrivare un monito alle donne: bisogna avere, oltre alla famiglia, anche qualche altro interesse, in modo tale da non
pretendere tutto solo dai familiari stessi.
Giuseppe Di Gioia
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