NON LASCIAMO GLI AUTISTI ED I PASSEGGERI SOLI
Lo dice, in una nota, Civico 22

“La mobilitazione di lunedì sera organizzata da diverse associazioni, partiti e movimenti politici, ha avuto una importante eco dentro gli
autobus. Circa trentacinque attiviste ed attivisti sono saliti su diverse corse
urbane ed hanno manifestato solidarietà sia agli autisti che ai passeggeri rispetto allo stato di paura che
colpisce quel microcosmo umano sempre più esposto ad episodi di aggressività, latente o esplicita.
Nessuno degli avventori degli autobus si è sottratto al dialogo ed alla volontà di ascolto degli attivisti. 15
persone hanno anche acconsentito a rispondere alle domande di un questionario preparato da Civico22 per
l’occasione. I risultati sono importanti. 14 passeggeri su 15 hanno risposto “Si” alla domanda “pensi che
l’aggressività sugli autobus urbani sia aumentata nell’ultimo anno”; 5 persone, un terzo, hanno risposto di
aver assistito a qualche episodio di intolleranza/aggressività negli ultimi tre mesi; 13 persone hanno
dichiarato che a volte hanno paura di dover assistere ad episodi di violenza quando prendono l’autobus;
tutti condividono che vada ripristinata al più presto la vigilanza dei controllori; 4 persone chiedono la
presenza di operatori sociali sui mezzi di trasporto locali ed altre 4 ritengono necessaria l’attivazione di
telecamere interne all’abitacolo e l’installazione di gabbiotti di sicurezza. Complessivamente, anche nelle
conversazioni avvenute a bordo, tutti, autisti e passeggeri, percepiscono un elevato senso di insicurezza che
scoraggia l’uso del trasporto pubblico e che fa svolgere con animo non sereno il proprio lavoro. Le forze
consiliari che erano presenti alla mobilitazione, Civico22, PD, Città Aperta, si faranno carico di queste
domande per chiedere all’amministrazione comunale di intervenire in modalità innovative oltre che tipiche.
Se a ragione i sindacati di categoria chiedono più dispositivi di sicurezza, la città intera deve chiedere di
intervenire per prevenire le violenze, mediare i conflitti interpersonali che nascono dall’allentamento
dell’empatia umana e dall’incomprensione reciproca, in particolare dovuta al difficile dialogo tra culture e
generazioni diverse sugli autobus, migliorare la sicurezza percepita. Uno degli autisti di fronte ad una auto
posizionata in seconda fila, che ha bloccato il passaggio dell’autobus che conduceva, ci ha detto: “adesso
vedrete che per questi pochi minuti di attesa si scatenerà l’aggressività di chi è richiamato dai clacson a
correre in auto per spostarsi, di chi è sull’abitacolo e vede che siamo fermi, delle auto che sono dietro
l’autobus e suonano perché non capiscono perché sia fermo. Pochi minuti e l’aggressività latente può
accendersi!”. Di fronte a questa grande precarietà relazionale, dobbiamo assolutamente fare di più della
repressione, urge una vera e propria pedagogia urbana sulla base di tanti modelli virtuosi già posti in essere
dalle amministrazioni comunali.
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