LA CORTE DEI CONTI AFFONDA IL PNRR E LA SANITÀ DELLA DESTRA. SULLA INUTILE STRUTTURA DI MISSIONE HA RAGIONE DE LUCA. - Politica

LA CORTE DEI CONTI AFFONDA IL PNRR E LA SANITÀ DELLA DESTRA. SULLA INUTILE STRUTTURA DI MISSIONE HA RAGIONE DE LUCA.

Mastella dice che il Pd ha praticato un ladrocinio politico nei suoi confronti

Come se non bastasse il pronunciamento dell’Autorità di Gestione dei fondi europei della Regione Campania, come se non bastasse la
sentenza del Tar di 34 giorni fa, che impone al ministro Raffaele Fitto di “concludere il procedimento in 45 giorni, pena la nomina di un
commissario”, come se non bastasse il bollettino della Ragioneria dello Stato, che, per il livello di spesa dei Fondi Sviluppo e coesione
2014/2020, per la Regione Campania sono confermati impegni di spesa all’84% e pagamenti al 50% (4 miliardi e 660 milioni di euro di
investimenti già realizzati), è arrivata ora anche la Corte dei Conti che ancora una volta boccia il governo. Ecco la nota diffusa, qualche
giorno fa, da Giovanni Cacciano, segretario della federazione provinciale del Partito Democratico.
"Ancora una volta la Corte dei Conti boccia il Governo. E infatti, mentre suona forte la fanfara degli esponenti locali della Destra per i
risultati (tutti rigorosamente inesistenti!) raggiunti dall'esecutivo Meloni su temi cruciali come Pnrr e Sanità, arriva una nuova bocciatura
della magistratura contabile, esattamente su Pnrr e Sanità!
Secondo la Corte dei Conti infatti la Struttura di Missione voluta da Meloni e Fitto «non è coerente con l’autonomia costituzionale degli
enti locali». In sostanza, la Struttura ha poteri che vanno oltre quelli previsti dalla legge come il Presidente De luca sta gridando
inascoltato da un anno e mezzo!
Si tratta di un Grande Fratello che sembra essere messo su per «dare agli amici» e «cavillare sui nemici». Tutto ciò con meccanismi
elefantiaci e dispendiosi. Con una cabina di regia in ogni Prefettura si rallentano i processi – imperdonabile in un momento in cui serve
celerità – e probabilmente si aggravano anche i costi, visto che potrebbero essere necessarie integrazioni degli stanziamenti di spesa.
Altri soldi insomma, al contempo ne sono tolti tanti alla Sanità Pubblica! La Corte dei Conti infatti alza il sipario anche sul più cruciale dei
servizi per la vita dei Cittadini, fotografando ciò che il PD sostiene da tempo e cioè che questo Governo taglia risorse (ben 1,2 miliardi di
euro) senza provvedere a coperture alternative.
Insomma, altro che i mirabolanti investimenti di cui parlano i nostri esponenti parlamentari.
Siamo inequivocabilmente di fronte a un Governo che, non solo toglie al Sud e allea aree interne, ma con arroganza e prepotenza pretende
di mettere sotto i tacchi leggi e regole
Per fortuna organi terzi, come la Corte dei Conti, fotografano ancora una volta la cruda realtà dei fatti, raccontando di una destra che
agisce solo per i propri tornaconti, mentre i conti, quelli veri, non tornano".
Non sappiamo se, di fronte a tanti calci nel sedere, ricevuti dal governo dalle predette autorità, la signora Meloni sia ancora disposta di
andare nel salotto di Porta a Porta a formulare le scuse nei confronti del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ritenuto da lei
responsabile di aver speso solo il 24% dei 3 miliardi destinati alla Campania, per finanziare, secondo lei, la “festa del fagiolo e delle
patata”, la “Rassegna della zampogna”, la “festa del caciocavallo podolico”, e, se abbiamo capito bene, poiché queste denunce
sarcastiche erano accompagnate pure da un ridere con scherno, la “Sagra dello scazzatiello”.
Tutto questo è successo perché Vincenzo De Luca non è andato ad inchinarsi a Palazzo Chigi, per dire come avrebbe speso i 6 miliardi del
fondo Sviluppo e Coesione destinati alla Campania per il periodo 2021/2027. Ma ha avuto ragione dalla predette autorità, che, di fatto
hanno smentito le denunce della signora Meloni nelle studio di Porta a Porta il 22 febbraio scorso.
Staremo a vedere se, fra 10 giorni. il ministro Fitto sblocca i fondi destinati alla Campania e, se, in caso contrario, avverrà il
commissariamento delle funzioni affidate a Fitto, almeno per quanto riguarda la Campania.
Tutti ce l’hanno con Vincenzo De Luca, soprattutto nel non farlo candidare per il terzo mandato. In questa battaglia è impegnata la
signora Meloni, così come Salvini, al contrario, è impegnato per far candidare, per il terzo mandato, Luca Zaia in Friuli.
Bisogna, poi, tener conto che i fondi destinati alla Campania comprendono la realizzazione di diverse opere nel Sannio, come, primo fra
tutte, il completamento dell’asse interquartiere rione Libertà-viale Mellusi, completamento che comprende, per un costo stimato in più di
30 milioni, le realizzazione della galleria da via Avellino a via Martiri d’Ungheria.
Tuttavia, dopo che De Luca ha ripreso i rapporti con la federazione del Partito Democratico di Benevento, Mastella non è più in sintonia
con il governatore della Regione come quando presentò, nel 2020, liste nelle cinque province collegate alla candidatura di De Luca.
I rapporti tra Mastella e De Luca hanno avuto una schiarita, dopo che il governatore ha dichiarato la partecipazione della Regione alla
fondazione del Museo Egizio, il principale sito espositivo dell’intero Meridione.
Ma che abbia perduto i suoi due consiglieri regionali, Luigi Abbate e la casertana Maria Luigia Iodice, Mastella è arrabbiato con il Pd, un
partito che sul piano provinciale Cosimo Lepore considerava in declino, anche per questa defezione.
Infatti. nell’assemblea cittadina dell’8 marzo, di Noi di Centro, il suo nuovo partito, ha dichiarato:
"Con il Pd la pazienza politica è in via di esaurimento, così non va: non possiamo stare con chi pratica un odio sordo contro di me che si
riverbera sulla mia comunità politica, non possiamo stare con chi ci soffia l'assessore regionale e poi i consiglieri regionali eletti dal
nostro popolo con i nostri voti, praticando una forma esecrabile di ladrocinio politico: il Pd ha preso i nostri voti e poi ci fa la guerra, più
violentemente - in molti casi - della Destra che però non ha preso i nostri voti".
A Mastella potremmo far notare che l’art. 67 della Costituzione dice: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le
sue funzioni senza vincolo di mandato”.
Un articolo, questo, che ha salvato anche lui quando, da parlamentare, ha cambiato casacca. E poiché sono possibili i cambi di casacca
da parte di membri di ogni consesso elettivo, si deve ritenere che l’articolo 67 della Costituzione è estensibile a tutti gli organi elettivi.
Altrimenti, dovremmo prendere in considerazione il criterio dei due pesi e delle due misure.
Pare che le liste di opposizione, in seno al Consiglio comunale di Benevento, non si siano lamentate, così come si lamenta lui, quando,
nella prima consiliatura, 2016/2021, ben quattro consiglieri dello schieramento di centro sinistra sono migrati nella sua maggioranza, e
quando, nella consiliatura in corso, Antonio Picariello, eletto in Città Aperta con 298 preferenze, è passato nella maggioranza mastelliana,
considerato che, nelle formazioni di opposizione, l’attribuzione di un seggio è determinata da circa 1.500 voti di lista e non da 298
preferenze.
Giuseppe Di Gioia





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