A BENEVENTO MANCANO I PARCHEGGI DI SOSTA LIBERA, MENTRE GLI STALLI DI SOSTA A PAGAMENTO, NON TUTTI OCCUPATI, ABBONDANO - Politica

A BENEVENTO MANCANO I PARCHEGGI DI SOSTA LIBERA, MENTRE GLI STALLI DI SOSTA A PAGAMENTO, NON TUTTI OCCUPATI, ABBONDANO

Perciò, la Polizia Municipale ha un discreto primato, sempre sbandierato dall’ex comandante, nella contestazione di violazioni al CdS

In occasione della grande nevicata del 1956, un giorno di febbraio molti disoccupati si diedero convegno davanti a Palazzo Paolo V
(allora sede del Municipio), per chiedere all’amministrazione in carica ad essere assunti per spalare la neve. Ma, più che essere assunti,
trovarono il portone chiuso, per scelta dell’amministrazione monarco-missina. Meglio non dire monarco-fascista, considerato che gli
epigoni del fascismo non vogliono essere chiamati fascisti. La stessa signora Meloni, che non ha mai fatto dichiarazioni
sull’antifascismo, salvo a condannare, una volta, le leggi razziali, peraltro non condivise nel dominio mussoliniano da molti fascisti, non
ha mai detto: “io sono fascista”.
Come risposta, però, vi fu la carica della polizia in danno dei disoccupati. La carica fu poi giustificata dal tentativo di sfondare il
portone d’ingresso di Palazzo Paolo V con colpi d’ariete, poiché, sempre per giustificare la carica, si disse che tra i disoccupati si erano
infiltrati dei delinquenti locali, interessati a porre in essere una rapina al Monte dei Pegni Orsini, come se fosse stato possibile rapinare
un istituto di credito alla presenza di molti disoccupati e della stessa polizia.
Al termine della carica, il cui bilancio fu di un morto e molti feriti, chi scrive, appena quindicenne, in compagnia di suo padre, che era
andato a comprare dei carboni, vide un vigile urbano dalla grossa stazza fisica con un grosso bastone di legno in mano. Chi scrive
pensò che anche lui, sebbene non poliziotto, aveva partecipato alla carica, con un bastone e non con il regolamentare manganello di
gomma, armato, pare, di acciaio. Ma un fotografo dovette riprendere il vigile con il bastone in mano. Infatti, la foto fu pubblicata, pare,
da L’Unità.
Di quel vigile si parlò molto. Evidentemente, il suo comportamento, estraneo alle sue funzioni di vigile urbano, fu disapprovato
(volendo usare un eufemismo) dalla opinione pubblica. Ma si è parlato molto anche di altri vigili, i quali, non potendo contestare
infrazioni al CdS, in quanto le auto in circolazione erano poche e vi era una abbondanza di parcheggi, erano soliti sanzionare le massaie
che, dotate di una tina, facevano il bucato davanti all’uscio dei propri bassi (“vasci” in dialetto napoletano).
Certamente, del vigile con il bastone e di quelli che sanzionavano le massaie, rimasti invisi ai beneventani, si parla ancora oggi da parte
di persone della stessa età di scrive. Meglio lasciare un buon segno della propria opera, facendo ovviamente il proprio dovere, senza
porre in essere cattiverie, deliberatamente.
Chi si vede contestare una violazione al CdS, attraverso l’apposizione sotto il tergicristallo dell’avviso di pagamento, è portato anche a
fare ammenda rispetto alla infrazione commessa, ripromettendosi di fare attenzione a non violare il CdS la prossima volta.
Altro discorso è invece quello di fare la caccia alla infrazione, in una città dove mancano zone di libero parcheggio, mentre i parcheggi
a pagamento abbondano di stalli liberi.
Di ciò è consapevole anche l’amministrazione comunale, nella misura in cui ha disposto che, per favorire il commercio nel centro
storico, e specificatamente in corso Garibaldi, i cittadini possono disporre del maxiparcheggio di via del Pomerio, senza pagare la
prima ora di sosta, e forse con una riduzione dell’importo anche l’ora successiva, se esibiscono lo scontrino di un avvenuto acquisto
(ovviamente non di un paio di calzini), timbrato dell’esercente.
In questo spirito di elasticità dell’amministrazione comunale, potrebbe anche essere concesso che qualcuno, per qualche minuto, e
non per ore, metta in sosta la propria auto in un posto vietato, dovendo pagare il costo di capo di abbigliamento acquistato in
precedenza.
A chi scrive è capitato che il 16 gennaio 2024, alle ore 18,46, in via Porta Rufina, abbia parcheggiato la propria auto, in mancanza di
spazi liberi, su di un passaggio pedonale, a 4 metri dalla linea ideale esterna delle Mura Lomgobarde, quindi quasi nel centro storico, per
pagare, con il bancomat, il costo di una giacca acquistata in precedenza. In quei pochissimi minuti, in cui chi scrive si è intrattenuto con
l’esercente, non è stato intralciato il passaggio a nessuno pedone, Ma è passata evidentemente la macchina dei vigili urbani, i quali,
senza scomodarsi, si deve ritenere, hanno rilevano il numero targa, magari fotografando anche la posizione dell’autovettura in sosta sul
passaggio pedonale, senza lasciare sul parabrezza l’avviso di pagamento, che, peraltro, rientra in una gentilezza, e non in un obbligo, da
parte degli organi di polizia nel contestare una violazione al CdS.
Se si fossero fermati, i vigili non avrebbero avuto il tempo per compilare il modulo relativo alla infrazione commessa, perché chi scrive,
finito di pagare il dovuto all’esercente, avrebbe raggiunto la propria auto, prima ancora che venisse compilato il predetto modulo.
Insomma, la Fiat Punto Evo di chi scrive si è venuta a trovare nella stessa condizione in cui molte auto furono sorprese in divieto di
sosta mentre passava la macchina della polizia municipale dotata di apparecchiature atte a rilevare le infrazioni. I proprietari di tali auto
si erano, infatti, allontanati per qualche minuto, per prendere un caffè o il giornale. Pare che quella “retata” non diede il via alla
contestazione di violazione al CdS, in quanto molte auto avevano commesso l’infrazione.
Così, oltre alla sanzione di 60,90 euro, pagata in misura ridotta entro i cinque giorni dalla notifica, avvenuta dopo 73 giorni, chi scrive è
stato costretto ad aggiungere anche 18.17 euro per spese postali, senza che il vigile che ha contestato l’infrazione al CdS si fosse reso
conto di aver fatto gravare sulla persona sanzionata il notevole costo per la notifica della infrazione.
Lo strano è che, nella notifica di pagamento, è scritto: “Non è stato possibile contestare immediatamente la violazione causa:
assenza del trasgressore e dell’obbligato in solido”. Ma anche quando rilasciano sotto il tergicristallo l’avviso di infrazione al CdS è
assente il trasgressore. Perché a chi scrive non hanno rilasciato l’avviso? Per fargli pagare 18,17 euro in più. Questa è la cattiveria.
Non crediamo che il vigile che ha contestato l’infrazione a chi scrive sia annoverato tra quelli che sono stati di anzi menzionati. Ma
se sarà incluso nel novero di quelli citati, non si potrà pensare a una esagerazione.
Con il nuovo comandante, continuano a fioccare le contestazioni di infrazione al CdS, proprio perché mancano i parcheggi di sosta
libera. Vi è proprio un accanimento nella eliminazione degli spazi di sosta libera, ma, in qualche caso, anche di quelli a pagamento.
Infatti, dopo 8 anni, è stata revocata la concessione al parcheggio di piazza Orsini, dove si pagavano 2 euro per un’ora o frazione di
un’ora di sosta. La motivazione: il nuovo Piano Urbanistico Comunale non prevede la sosta in quello spazio. Eppure, la concessione,
rilasciata nel 2016, era limitata a 6 mesi di durata. Parliamo di un luogo dove non vi sono altri spazi di sosta, sia libera che a pagamento.
Sul lato sinistro del viale degli Atlantici, dall’incrocio di via Della Salle fino all’ingresso principale dell’ex caserma Pepicelli, è stata
vietata la sosta per circa 150 metri, probabilmente perché le radici dei pini allungatesi in senso orizzontale, in profondità, hanno
determinato delle gobbe sulla sede stradale. Ma, laddove le gobbe non sono molto alte, sarebbe stata possibile la sosta per una
quarantina di autovetture. Invece, quei 150 metri di asfalto sono stati zebrati con opportuna delimitazione, per impedire sia il transito
che la sosta di auto.
Qualche lettore potrebbe osservare che questa nostra riflessione sia il frutto di dissapore per una sanzione scaturita da eccesso di
zelo . Invece no. Quello che è successo a chi scrive accade a molti cittadini di Benevento. Perciò chi scrive si è premurato di denunciare
il suo caso.
Giuseppe Di Gioia




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