IN MERITO ALL’USCITA DAL PARTITO DEMOCRATICO E ALL’ADESIONE ALLA LEGA DELL’AVV. VITTORIO FUCCI, IL SEGRETARIO DEL CIRCOLO PD DI AIROLA, DIEGO RUGGIERO, HA DIFFUSO LA SEGUENTE NOTA
Anche il direttore di questa testata si era occupato di Vittorio Fucci, quando l’avvocato airolano propose una sorta di alleanza del PD con il partito di Mastella

“Il mese scorso”, scrive il segretario locale Diego Ruggiero, “ci è stata comunicata l’anagrafe certificata degli iscritti 2023 alla sezione
‘Aldo Moro’ di Airola del Partito Democratico, con 50 adesioni. Con nostra sorpresa, manca tra gli iscritti l’Avv. Vittorio Fucci, entrato nel
PD in occasione delle elezioni di settembre 2022, auspice e garante l’amico deputato Stefano Graziano. Di lì a qualche mese, l’ex
commissario regionale, Francesco Boccia, aveva anche provveduto a nominare nella commissione per il Congresso l’Avv. Fucci che
immediatamente avviò una serie di periodiche riflessioni a mezzo stampa sulle sorti del PD, argine insostituibile della democrazia
costituzionale del nostro paese contro le arrembanti e pericolose Destre. Non mancò nemmeno un suo importante impegno diretto nella
campagna di adesioni al PD Sannita ad Airola e in alcuni comuni della provincia.
Invero, a febbraio 2023, in occasione della chiusura del tesseramento 2022, Airola – prosegue Ruggiero – fu anche protagonista di un
caso di esplosione delle adesioni con oltre 300 nuovi iscritti e svariati ricorsi del locale segretario di sezione. Ricorsi indirizzati alla
commissione di cui l’Avv. Fucci era componente.
I quattro ricorsi a suo tempo presentati erano sostanzialmente motivatissimi. Infatti siamo convinti, da persone perbene e non
maleducate, che sia stato un fatto onorevole che diversi amici ad Airola si siano iscritti al PD lo scorso anno, anche se abbiamo
denunciato in ogni sede l’evidente anomalia. A cosa sono servite tante adesioni non rinnovate?
Adesioni che, peraltro, mostrarono pochissimo interesse al congresso nazionale partecipandovi in minima se non irrilevante parte. Erano
forse ‘sollecitate’ e legate al contemporaneo fallimentare tentativo di commissariare la federazione provinciale? Una triste storia i cui
protagonisti, locali e non, sono ben noti…
Oggi è diventato ancora più evidente che erano ‘iscrizioni di scopo’, non radicate in quella scelta convinta e personale che anima tanti
democratici che da anni sostengono il PD ad Airola. Registriamo con rammarico – aggiunge Ruggiero – che purtroppo ci è toccato
confrontarci con le logiche retrive e gattopardesche di chi pensava di entrare nel suo circolo del tressette, passando senza colpo ferire
dalla destra alla sinistra, come se il PD fosse un taxi.
Opportunisticamente si salta sul ‘carroccio’ del partito di governo, peraltro autore della legge ‘ammazza meridione’ sull’autonomia
differenziata, facendo strame di qualsiasi codice di comportamento politico e senza rispetto per la casa che si voleva abitare in nome
dell’antifascismo e del ‘cattolicesimo democratico’ (sic!). Quando il prossimo coupe de theatre? Le regionali 2025?”.
RISPOSTA DI VITTORIO FUCCI A DIEGO RUGGIERO: “IL RADICAMENTO E’ FREUTTO DELLACAPACITA’ DEGLI UOMINI E NON AL FASCINO
DEI SIMBOLI”
“Premesso che Ruggiero Diego non è stato mai mio interlocutore politico”, scrive l’avv. Fucci, “nemmeno nella breve vicenda Pd, non mi
sembra la persona adatta a fare appunti visto che la sua storia politico familiare ha avuto evoluzioni che hanno avuto inizio nel Partito
Liberale, passando per il Movimento Sociale Italiano, partito di estrema destra, fino ad arrivare al Pd. Quanto alle inopportune ed errate,
nonché confuse considerazioni del Ruggiero”, prosegue l’avvocato Vittorio Fucci, “tengo a sottolineare: che io da persona di centro e di
tradizione cattolico-democratica, ho avuto, rimanendone poi deluso, una breve esperienza nel Pd, al quale non ho più rinnovato la mia
adesione, allorquando l’ indirizzo e la guida politica, nella persona dell’ Onorevole Letta, era marcatamente centrista e cattolico-
democratica, contribuendo, in quel momento storico, a quella scelta anche la mia immensa stima per l’ ex Premier Prof. Mario Draghi,
persona di indubbio valore mondiale; quando poi la evoluzione interna del Pd, tradendo la volontà degli iscritti, sulla base di discutibili
primarie, ha eletto l’ On. Elly Schlein, determinandosi uno spostamento del Pd ad evoluzioni quasi di estrema sinistra e perdendosi del
tutto la matrice centrista e cattolico democratica (vedasi la fuoruscita dei centristi come Fioroni, etc…), ho avvertito una profonda
inconciliabilità politica-culturale con una realtà che non era quella per la quale avevo scelto di aderire al Pd.
Ferme restando la bontà e le qualità personali degli uomini dell’ establishment che gestiva e gestisce il Pd provinciale – prosegue Fucci
– non ho intravisto l’ alito di un rinnovamento, nemmeno con l’ avvento della Schlein. È stato impedita perfino la celebrazione di un libero
congresso provinciale, determinandosi il venir meno delle condizioni perché, con la mia storia, potessi più condividere la permanenza
nel Pd, dove la logica gattopardesca, nella quale opera Ruggiero, era l’ unico programma percepibile.
Il Ruggiero, ancora una volta, ha fornito una versione mistificatrice delle cose visto che i suoi ricorsi, contro le tessere presuntivamente
attribuirli alla mia persona, sono stati bocciati dalla Commissione di Garanzia Provinciale e successivamente da quella Nazionale, di cui
non ero componente.
Quanto alla partecipazione degli iscritti di Airola alla Primarie, che fu comunque nutrita, si annoverava proprio la mancanza di quella
parte che si rifaceva a lui e che apparentemente sosteneva Bonaccini, ma sostanzialmente, rimanendo perdente ad Airola, votava
Schelin, così come fece pubblicamente una stretta parente del Ruggiero.
A Ruggiero poi consiglio di rendersi conto che il radicamento non si fa con la sua logica da circolo della briscola, né con ideologismi
spesso offuscati, ma con l’ attrazione che riescono a determinare le persone per i loro valori e la loro storia nell’ interesse del territorio.
Di qui la rilevanza di chi anche potendosi spostare verso nuovi lidi riesce ad essere seguito per la sua disponibilità e serietà. Il
radicamento territoriale non è affidato al fascino dei simboli nazionali, ma al valore e alla credibilità delle persone che operano sul
territorio.
La mia scelta, che sancisce il ritorno nel centrodestra, è motivata dalla certezza che solo la politica del fare, che abbia una serie visione
della risoluzione dei problemi, può rappresentare una politica seria che opera per il bene comune.
Oggi all’Italia, ed in particolare alle zone interne della nostra Campania, mancano elementari e fondamentali infrastrutture stradali,
indispensabili per evitare il definitivo tracollo demografico e poter sperare in uno sviluppo che possa portare investimenti ed
occupazione, così da evitare che tanti giovani ogni giorno lascino la nostra Campania ed in particolare il nostro Sannio.
Dopo 40 anni durante i quali l’ Italia non ha rinnovato più le sue infrastrutture, essendo le opere esistenti risalenti a quelle che furono
realizzate dai governi democristiani, nel panorama politico italiano vi è l’ attuale Vice-Presidente del Consiglio e Ministro delle
Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini che ha messo mano ad una rivoluzionaria ed importante programmazione per la realizzazione di
infrastrutture che saranno vitali anche per il Sud ed in particolare per il Sannio”, conclude l’avvocato ed ex assessore regionale.
All’avvocato Vittorio Fucci, vorremmo, molto sommessamente, fare osservare che rispetto ai cambi di casacca, si trovano sempre delle
spiegazioni. Anche Carlo Calenda, dopo aver lasciato il Ministero delle Attività produttive, in seguito alla formazione, nel 2018, del
governo giallo verde, tornò ad essere un comune cittadino, non essendo stato eletto, nel 2013, nelle liste di Mario Monti, pensò di entrare
nel Pd. Ma, iscrittosi direttamente alla Direzione nazionale del Partito e non ad un circolo come semplice militante, ottenne, nel 2019, la
candidatura come capolista del PD, alle europee di quell’anno, nelle circoscrizione del Nord-est.
Però, una volta eletto parlamentare europeo, dopo cinque mesi dalle elezioni, uscì dal PD con il pretesto secondo cui il Partito
Democratico non avrebbe dovuto stringere una alleanza con i Cinque Stelle, dopo la caduta del governo giallo verde, provocata da Matteo
Salvini con l’intento di andare ad elezioni anticipate, elezioni che avrebbero coronato il capo del Carroccio come Presidente del Consiglio.
Per impedire le elezioni anticipate l’alleanza del PD con il Cinque Stelle era, allora, l’unica soluzione possibile. Il direttore di questa testata
pensò subito, e lo pensa ancora di più oggi alla luce dei fatti che sono poi accaduti, che Calenda era entrato nel PD per farsi candidare in
una posizione in lista che gli garantisse la elezione certa, perché, dovendo fondare un suo partito, non poteva essere una semplice
cittadino. Quindi, se non ci fosse stato il governo giallo verde a dare a Calenda il pretesto per uscire dal Pd, un altro pretesto il capo di
Azione lo avrebbe comunque trovato per realizzare il suo disegno. Ma Calenda non disse, allora, quale era l’alternativa al governo giallo
rosso per impedire che si andasse ad elezioni anticipate. Strano che il governo giallo rosso fu favorito proprio da Renzi, che un mese dopo
uscì dal Pd. Se si fosse andati al voto, Renzi non avrebbe avuto il tempo per fare la scissione e fondare un suo partito.
Poi, vorremmo ancora fare osservare all’avvocato Fucci che la guida centrista e cattolico-democratica che Letta avrebbe impresso al
Pd, guida che avrebbe favorito l’ingresso dell’avvocato Fucci nel PD, ha portato il Partito al tracollo nelle elezioni del 25 settembre 2022,
perché non è stato capace di creare una coalizione tale da contendere la vittoria del centro destra, che chi scrive chiamerebbe di destra
destra. Non ha fatto nulla per formare una alleanza con i Cinque Stelle, ritenuti responsabili di aver fatto cadere il governo Draghi, quasi
come se avesse voluto la vittoria del centro destra alle elezioni del 25 settembre 2022.
Dopo le elezioni, poi, con Letta alla guida, il Partito Democratico è calato al 14%, al di sotto dei Cinque Stelle, ed ha aspettato che il
Congresso lo detronizzasse.
LA REPLICA DELL’AVV. FUCCI AL SEGRETARIO DEL PD DI AIROLA, DIEGO RUGGIERO, È UNA CADUTA DI STILE DI CUI POTEVA FARE A
MENO.
Lo scrive, in una nota, la segreteria provinciale del PD sannita.
“L’avv. Diego Ruggiero, segretario del Partito Democratico della città di Airola, è un apprezzato militante e dirigente del PD Sannita”, scrive
in una nota la segreteria del PD sannita. “Da sempre”, prosegue la nota, “impegnato interprete di un’azione politica nel senso partigiano
del termine – secondo la nota definizione di Antonio Gramsci – si è guadagnato sul campo la stima e l’amicizia di tutta la Federazione
Provinciale del PD a cui non fa mai mancare il suo contributo di analisi e azione.
Dispiace che l’avv. Fucci, all’indomani della sua «ribaltonesca» adesione alla Lega di Salvini, il partito filo putiniano ispiratore
dell’autonomia differenziata, scelga di replicare all’avv. Ruggiero «buttandola sul personale».
Di solito, questo accade quando appare arduo addurre argomenti politici che abbiano una qualche fondatezza o nei casi in cui, rispetto
all’evidenza dei fatti, si tenta maldestramente di celare palesi contraddizioni ed incoerenze, cimentandosi in narrazioni degne di un
«mondo al contrario» il cui autore, non a caso, è in predicato di approdare sullo stesso «carroccio» dell’avv. Fucci”.
Giuseppe Di Gioia
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