UN CAPOLAVORO DI COMICITA’ “IL BORGHESE GENTILUOMO” DI MOLIERE - Cultura

UN CAPOLAVORO DI COMICITA’ “IL BORGHESE GENTILUOMO” DI MOLIERE

Monsieur Jourdain desidera diventare nobile per salire la scala sociale

Tra musica e teatro, l’orchestra filarmonica di Benevento nel suonare le musiche de “Il borghese gentiluomo”, l’opera del drammaturgo
francese Moliere, letta da Elio, si è esibita come non mai.
Stefano Belisari, che studiava flauto traverso al Conservatorio di Milano, compose la sua prima canzone nel 1979 e la chiamò Elio,
nome del protagonista della canzone; per questo decise che il suo nome d'arte sarebbe stato proprio Elio. Nel 1980, ha fondato il
gruppo musicale “Elio e Le storie Tese”. La seconda parte del nome della compagine proveniva dalla frase “ho delle storie tese”, spesso
utilizzata da un conoscente di Elio, nome che ha contribuito a dare alla band il clamoroso successo che ha riscosso tra il pubblico.
Il 17 ottobre 2017, durante un'intervista alla trasmissione “Le Iene”, annunciarono lo scioglimento della band dopo 37 anni di attività, in
occasione del cosiddetto Concerto definitivo che si è svolto il 19 dicembre al Mediolanum Forum. Il 5 giugno 2023, invece, in diretta a
Radio Deejay, annunciarono la ripresa delle attività come band ed un nuovo tour autunnale nei teatri.
Ora è stato bello rivedere Elio delle Storie Tese, impegnato nella lettura de “il borghese gentiluomo”, di Molière, rappresentata per la
prima volta nel 1670, alla corte di re Luigi XIV. In realtà, con questo lavoro teatrale, l’autore prendeva un po' in giro i “nuovi ricchi”, ed al
tempo stesso criticava gli usi e costumi del tempo, primo fra tutti quello dei matrimoni combinati.
La storia in fondo è molto semplice: monsieur Jourdain è un ricco mercante, desideroso di acquisire un titolo nobiliare, così da uscire
dall’anonimato ed inserirsi a pieno titolo nella vita di corte. Decide dunque di curare la sua istruzione nel campo musicale, della danza,
in quello filosofico, culturale, in generale.
Per colmare queste sue lacune culturali, il protagonista si rivolge ai migliori maestri della materia, che fingono di assecondarlo, ma in
realtà lo deridono alle spalle.
Jourdain rinnega tutto quanto faceva parte della sua vita passata: in primis la moglie che, ricca di buon senso, cerca di fargli capire
l’inutilità del suo desiderio di nobiltà, ed infine, ma non ultimo, non vuol che sua figlia sposi un giovane che l'ama, perché non è nobile.
Egli sembra immerso nel “paese delle meraviglie”, dove tutto ciò che vede e sente è nobile. Ormai, pensa che avendo accumulato tanto
denaro, con sacrifici e lavoro, possa finalmente aspirare a salire la scala sociale.
Capirà di essere beffeggiato solo quando sarà organizzato il matrimonio del figlio del Gran Turco, che si dice innamoratissimo di sua
figlia, e solo allora si renderà conto della situazione in cui si è cacciato. Vedrà così cadere i suoi sogni e le sue aspirazioni nobiliari.
Per questo, il lavoro di Moliere viene definito un dramma, proprio perché il protagonista vede irrealizzato il suo ultimo sogno, ed
anticipa il capolavoro di Giovanni Verga, il celebre romanzo “Mastro Don Gesualdo”, dove anche qui, sebbene in forma e contenuti
diversi, si affronta il problema del desiderio di ascesa sociale, in chi è riuscito onestamente ad arricchirsi.
L’OFB è stata diretta dal maestro Riccardo Bisatti, che insieme ci hanno regalato una splendida esecuzione di questo capolavoro di
Richard Strauss.
Ricordiamo che Bisatti si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Novara, perfezionandosi
anche in fortepiano e clavicembalo e proseguendo poi gli studi di direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano. Ha partecipato a
numerosi concorsi internazionali, vincendo diversi premi. Ha suonato musica da camera con solisti di compagini. A 18 anni ha
debuttato come direttore d’orchestra ne “La serva padrona di Pergolesi” , continuando poi a dirigere in numerosi altri concerti. È stato
“direttore in residenza” al Teatro Regio di Torino, dove si è occupato della preparazione musicale dell’ensemble di giovani artisti.
Continua egregiamente la sua attività regalando al pubblico ottime esecuzioni. La rivista Fortune l’ha inserito, non a caso, tra i «40 under
40», più influenti della cultura italiana.

Lo spettacolo a cui abbiamo assistito è stato un connubio tra musica e teatro veramente encomiabile, un lavoro di interazione tra
prosa e musica pienamente riuscito, curata dalla Maestra Maya Martini, presente anche al concerto in qualità di arpista, nonché
membro fondatore della nostra giovane orchestra.
La scelta del testo di Moliere è stata veramente appropriata, perché abbiamo potuto osservare il piacevole contrasto tra le idee
semplici di un tranquillo borghese, con quelle della nuova classe sociale, nella quale questi aspira di salire. Si percepisce il conflitto fra
l'ignoranza del suo spirito e delle sue espressioni, e le sue goffe pretese di divenire un gentiluomo forbito e galante.
Di questo contrasto Molière ha fatto un capolavoro di comicità.
L’ultimo appuntamento della rassegna, sempre al Teatro Comunale di Benevento, ci sarà il 19 maggio con il concerto dal titolo:
”Primavera Romantica”.
Giuseppe Di Gioia

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