LA RASSEGNA INVERNALE DI CITTA’ SPETTACOLO, INCENTRATA SUL TEATRO COME L’AVEVA IMPOSTATA GREGORETTI, HA POSTO RIMEDIO A QUELLA DI FINE AGOSTO
Si sono così consolidate le due rassegne di Città Spettacolo

Nella Rassegna Benevento Città Spettacolo, come in ogni rassegna che si rispetti, non poteva mancare l’omaggio al teatro dei De Filippo,
in questo caso di Peppino.
Ed infatti, in questo penultimo appuntamento, con questa bellissima ed interessante rassegna che ci ha accompagnati dal novembre
dello scorso anno, abbiamo assistito ad una moderna messa in scena della commedia “Non è vero.. ma ci credo”, commedia che il regista
Leo Muscato ha immaginato calata negli anni Ottanta. Le scene illuminate da Pietri Sperduti, sono state curate da Luigi Ferrigno, il quale
ha realizzato delle nuvole sugli ombrelli, a testimoniare forse che, dal mal tempo, ci si può sempre riparare.
E a correre costantemente ai ripari è il protagonista della commedia, superstizioso per convincimento, che gestisce la sua azienda,
imponendo il suo credo a tutti i dipendenti, tanto che se qualcuno, “porta sfiga” viene licenziato. Vedi cosa accade al suo contabile.
Anche sua moglie e sua figlia devono sottostare al suo convincimento, al punto da rifiutare l’innamoramento della figlia, Rosina, per un
bravo giovane, che lui neppure conosce.
Non dobbiamo però sottovalutare l’astuzia femminile che in questo caso viene utilizzato a pieno regime, realizzando così il sogno
d’amore dei due ragazzi.
Infatti, un giorno si presenta all’imprenditore Gervasio Savastano, un giovane gobbo di nome Alberto Sammaria, il quale chiede di
essere assunto al posto del precedente contabile, Belisario Malvurio, che il titolare aveva in precedenza licenziato, perché ritenuto
responsabile dei mancati introiti dell’azienda.
Infatti l’arrivo del nuovo contabile sembra portare bene all’azienda, tanto che, quando Sammaria confessa a Savastano di essere
innamorato della figlia Rosina e, per questo, di voler lasciare l’azienda, l’imprenditore, suo malgrado, impone alla figlia di sposarlo.
Non appena si sono celebrate le nozze, però, temendo di avere dei nipotini storpi, Savastano ci ripensa e decide di voler far annullare il
matrimonio.
Le due donne, moglie e figlia, si vedono costrette a dire la verità, svelando l’inganno e cioè che Sammaria, in realtà, ha utilizzato una
giacca con la gobba per entrare nelle grazie del titolare e realizzare il suo sogno d’amore.
L’iniziale tragedia volge dunque al lieto fine, ma Savastano rimarrà comunque un superstizioso.
Peppino De Filippo ha sicuramente trattato,, in maniera egregia il tema della superstizione, che sembra tramontato, ma, in realtà, molti di
noi leggono gli oroscopi, ritrovano la sfortuna in determinate coincidenze, vorrebbero non credere alla mala sorte, ma spesso
preferiscono attribuire la responsabilità delle proprie scelte sbagliate o errori alla mala sorte, o agli influssi malefici esterni.
Questi sentimenti sono stati molto bene interpretati dal protagonista della serata, Enzo Decaro insieme a Francesca Ciardiello, Carlo Di
Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, che hanno indossato i
costumi, realizzati da Chicca Ruocco.
Commovente è stato il ringraziamento della vedova di Luigi De Filippo, la Sig.ra Tibaldi che ha lodato l’impegno della Compagnia,
precisando che essa ”sta girando da quattro anni, con la soddisfazione di avere sempre il teatro pieno, con il pubblico che ci ha dato quel
calore di cui avevamo bisogno”.
La rassegna volge al termine, il prossimo evento ci sarà il 19 maggio, con il racconto della storia di “Rukeli, Pugile”, storia scritta, diretta ed
interpretata dalla Compagnia Red Roger.
Giuseppe Di Gioia
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