SECONDO GLI ADULATORI DI MASTELLA LA METEMATICA E’ UNA OPINIONE - Politica

SECONDO GLI ADULATORI DI MASTELLA LA METEMATICA E’ UNA OPINIONE

Il sindaco di S.Bartolomeo in Galdo, Carmine Agostinelli, e l’ex dem, Cosimo Lepore, si sono cimentati in una adulazione smisurata di Mastella. “Attorno a lui”, sostengono, “si è formata una intera classe dirigente”

"Clemente Mastella è stato ed è un leader forte, attorno al quale nel corso degli anni si è formata un'intera classe dirigente e la cui scuola
ha permesso la fioritura di molte carriere politiche, ha consentito il conseguimento di obiettivi prestigiosi e cariche importanti. Al contrario
di malevole mistificazioni, attorno a Mastella si è generato un'intero (sic) universo di ruoli e funzioni che spesso sono dipese soprattutto
dal consenso che lui aveva costruito. Altro che familismo!", lo scrive in una nota il coordinamento provinciale e cittadino di Noi di Centro.
"A titolo di esempio potremmo citare il compianto Mino Izzo, Davide Nava e poi Fernando Errico o lo stesso Abbate. E ancora sindaci di
questa città come Fausto Pepe. Solo qualche esempio di un elenco che sarebbe lungo. Come dice una autorevole personalità della nostra
comunità a Benevento ci sono i mastelliani, gli ex mastelliani e gli antimastelliani. Tutte e tre le categorie, si deve aggiungere, hanno
incassato valorizzazioni e premi non sempre direttamente proporzionali al talento politico e al consenso".
"Quanto alle prossime consultazioni elettorali o su fantomatiche interruzioni anticipate della consiliatura, i pronostici della domenica
c'entrano con la politica come i cavoli a merenda", chiudono i mastelliani.
Questo accadeva, in misura assai minore rispetto alla esaltazione dei suoi adulatori, quando Mastella, lanciato da Ciriaco De Mita
nell’agone politico, assunto il controllo, negli anni ’80, della DC sannita, dopo che il presidente della decotta Cassa di Risparmio Molisana,
nominato commissario della predetta DC da De Mita, aveva portato a termine una operazione di tesseramento in danno dei bonomiani,
ottenendo, come contropartita, la fusione del Monte dei Pegni Orsini con la Cassa di Risparmio Molisana, fusione dalla quale nacque la
CARIMMO.
Allora, Mastella dominava la scena politica cittadina e sannita, ma non è stato mai ministro, nonostante fosse il luogotenente di De Mita,
segretario nazionale della DC e presidente del Consiglio. A cavallo degli anni ’80 e ’90 è stato sottosegretario alla Difesa. I cittadini, in
quel periodo, si accorgevano della sua presenza a Benevento, dalle sirene spiegate della sua scorta.
E’ divenuto Ministro, nomina di cui si è sempre glorificato rispetto ad altri politici locali mai assurti alla guida di Ministeri, quando nella
Seconda Repubblica, costituito UDC, insieme a Pier Ferdinando Casini, sulle ceneri della disciolta DC, ha dovuto trattare con Berlusconi,
della cui coalizione l’UDC faceva parte, l’ottenimento, dopo le elezioni del 1994, di un Ministero. Ottenne, infatti, il Ministero del Lavoro.
Poi, nel 2006, dopo aver abbandonato l’UDC e costituito l’UDEUR, per passare a sostenere con il gruppo di Cossiga il governo D’Alema
nel 1998, non senza buscarsi da Casini l’epiteto di “acchiappapoltrone”, si schiera nella coalizione dell’Unione, che porterà Romano Prodi
a coprire la carica di Presidente del Consiglio. L’Unione era una coalizione molto eterogenea, che andava da Bertinotti a Mastella, e al
Senato, contrariamente che per la Camera, dove Prodi aveva beneficiato del premio di maggioranza, era sostenuta con lo scarto di 3-4
voti.
Quando, però, al Senato si è trattato di eleggere il Presidente, nella persona di Franco Marini, i tre senatori dell’Udeur, Mastella compreso,
votano Francesco Marini, rendendo nullo il voto e impedendo la elezione di Marini, nella prima votazione. Allora, si disse, Mastella aveva
voluto dimostrare a Prodi il peso determinante del suo gruppo nella maggioranza di Palazzo Madama. Così, ottenne, stanti sempre le voci,
la nomina a ministro della Giustizia.
Sempre stanti le voci, il corteggiamento dei berlusconiani verso Mastella diveniva sempre più pressante, nella misura in cui l’attuale
sindaco di Benevento manifestava spesso insofferenza verso la maggioranza di cui faceva parte. Ma di questo parleremo in seguito.
Nel marzo del 1999, dopo essere passato nello schieramento di centro sinistra, Mastella determina il ribaltone nella Regione Campania,
mettendo in minoranza il presidente aennino Rastrelli e facendo nominare Presidente, fino alla scadenza della consiliatura, Andrea Losco,
un suo uomo.
Accadde, poi, nel gennaio 2008, che alla moglie di Mastella, allora presidente del Consiglio regionale della Campania, organica alla
maggioranza bassoliniana, vengono irrogati gli arresti domiciliari per tentata concussione nei confronti dell’allora presidente dell’ospedale
Sant’Anna di Caserta, nominato a tale carica proprio su indicazione dell’UDEUR.
Ma perché era controllato il telefono della signora Mastella? Perché qualcuno, vicino a Mastella, sanzionato per non aver osservato il
limite di velocità in un Comune del Casertano, si era rivolto al rispettivo sindaco che aveva fatto installare il rilevatore di velocità. Ma il
telefono del sindaco in questione è sotto controllo, per cui si scatena un effetto domino.
Nel gennaio 2008, Mastella prende a pretesto il fatto che nessun esponente dei partiti dell’Unione, eccetto Prodi, gli aveva manifestato
solidarietà e si dimette da ministro della Giustizia. Ma presenta una mozione di sfiducia contro il governo, mozione che passa al Senato,
dove i vari Turigliatto, Rossi, Dini e Fisichella, ricevuto il rinforzo da Mastella, pensano, riuscendovi, di far cadere il governo Prodi. In quella
occasione, il senatore calabrese dell’Udeur, Nuccio Cusumano, per non aver votato la mozione di Mastella, riceve uno sputo da Barbato,
un senatore dell’Udeur eletto in Campania insieme a Mastella. Nel far cadere il governo Prodi, Mastella cambia il corso della storia politica
in Italia, perché favorisce il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi, circostanza che non si sarebbe verificata se il governo Prodi fosse
rimasto in carica fino al termine della Legislatura.
Mastella passa nello schieramento berlusconiano, ma non viene accolto con il tappeto rosso, anzi, non ottiene neanche che il suo
Udeur sia schierato nella coalizione berlusconiana, perché, secondo il magnate di Arcore, un plurindagato e un plurimputato, gli arresti
domiciliari inflitti alla moglie di Mastella avrebbero potuto far perdere voti alla sua coalizione, destinata a vincere le elezioni politiche della
primavera del 2008.
Qui comincia il declino di Mastella, anche se, nelle elezioni provinciali del 2008, si schiera nella coalizione di centro sinistra guidata da
Aniello Cimitile. Meno di un anno dopo, però, nel febbraio 2009, passa nello schieramento di Berlusconi, un passaggio suggellato, in un
incontro dei sodali di Mastella al President Hotel, da famoso Nicola Cosentino, con la promessa della elezione al Parlamento europeo,
elezioni che si svolgeranno nella primavera di quell’anno. Mastella tenta di far cadere le amministrazioni di centro sinistra alla Provincia e
al Comune, ma non vi riesce. Soltanto pochi fedelissimi restano con lui.
Ma il declino è inesorabile, soprattutto dopo che, nel 2014, lui non viene rieletto nel Parlamento di Strasburgo e la moglie, schierata e
rieletta, ma nella coalizione di Stefano Caldoro nel 2010, non viene riconfermata nelle elezioni del 2015, quando presidente della Regione
diventa l’ex sindaco PD di Salerno, Vincenzo De Luca.
Molti sodali abbandonano Mastella, compreso uno dei suoi adulatori, estensori della nota con cui abbiamo aperto questa riflessione per
fare una sommaria biografia di Mastella. Ma pare che anche l’altro adulatore, il sindaco di S.Bartolomeo in Galdo, provenga dal Pd.
Se provate di andare su google e scrivete Clemente Mastella, in Wikipedia trovate scritto: “Pur rimanendo sempre ideologicamente
fermo su posizioni centriste, viene considerato uno dei politici italiani più trasformisti, in quanto ha cambiato più volte partito
d’appartenenza e la coalizione sostenuta passando dal centro-destra al centro-sinistra e viceversa”.
Un altro adulatore di Mastella, che avrebbe avuto qualche momento di sbandamento nel suddetto periodo di declino di Mastella,
nominato dall’attuale sindaco di Benevento a presiedere “Sannio Acque”, un carrozzone contestato da molti sindaci, ha motivi per sentirsi
più vicino a chi gli ha conferito tale incarico.
Parliamo del sindaco di Solopaca, Pompilio Forgione, che in una sua nota del 13 giugno dimostra come l’entourage di Mastella non ha
ancora metabolizzato la perdita di Gino Abbate, eletto consigliere regionale nella lista mastelliana di Noi Campani. Secondo quest’altro
adulatore, Gino Abbate, ritornato nel Partito Democratico nel dicembre del 2023, “ha staccato molti biglietti grazie a noi”: “dall’Asia alla
Gesesa, dallo Iacp a Sannio Europa fino a quello per Napoli”, biglietti, questi, che sarebbero stati “sempre comprati e pagati da noi”.
Secondo Forgione, che accusa il Pd sannita di aver conseguito “a livello regionale la peggiore percentuale tra i capoluoghi”, Abbate non
sarà più consigliere regionale. Pertanto, può godersi questo scorcio di mandato, avendo beneficiato dei “voti di amici e di una comunità
politica che ora dileggia”.
Ma Abbate, quando è ritornato nel Pd, ha fatto una sua scelta politica, indipendentemente dalla competizione politica in cui il partito lo
impegnerà, se lo impegnerà. Abbate, per fare un esempio, non ha gradito, infatti, che Mastella, in vista delle europee, si incontrasse con
Renzi, senza aver animato un dibattito all’interno di Noi di Centro, l’ultima formazione politica del sindaco di Benevento.
Aveva ragione Jader Iacobelli, moderatore della prime tribune politiche televisive dei primissimi anni ’60, quando, rivolto ai cittadini
insofferenti a vedere dibattiti politici (“dicono tutti le stesse cose”) invece che altri spettacoli (non vi erano ancora le TV private),
rispondeva: “non è vero che dicono tutti le stesse cose, ognuno dice ciò che gli conviene dire”.
Il Pd sannita, in termini percentuali, è l’ultimo dei capoluoghi della Regione, dice Forgione. Ma neanche Mastella prende più i voti di
quando era in auge, circostanza che Forgione ha ignorato. A Benevento, poi, altra circostanza che Forgione ha ignorato, gli Stati Uniti
d’Europa, di cui hanno fatto parte altre formazioni politiche, hanno preso 4.837 voti, pari al 24,36%, mentre alle amministrative del 2021 la
somma delle 10 liste mastelliane, tutte ispirate dal sindaco di Benevento, aveva totalizzato 17.425 voti, pari al 49,33%.
Nel ballottaggio con Perifano, poi, il numero dei voti ottenuti da Mastella scende a 15.474, pari al 52,7%, perché l’affluenza alle urne
diminuisce, ma Mastella supera di appena 737 voti il 50% dei voti espressi da coloro che si sono recati alle urne. Alle politiche del 25
settembre 2022, Noi di Centro, e quindi la signora Mastella, ottiene, nel collegio comprendente la provincia di Benevento e l’alto
Casertano, 21.654 voti pari al 14,41%, conquistando il quarto posto.
L’assurdo, poi, a conferma di quanto diceva Jader Iacobelli, lo ha raggiunto Il Giornale di Angelucci. Questo organo, per dimostrare il
dominio della signora Meloni in tutta Italia, meno che il Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Puglia, dove ha vinto il Partito democratico,
e in Sicilia, dove vinto Forza Italia, ha pubblicato una cartina dell’Italia, in cui domina, molto vistosamente, l’azzurro di Fratelli d’Italia. Lo
scopo era quello di non dire che, nella circoscrizione meridionale, il Partito Democratico, attestandosi sul 24%, ha superato di un punto
percentuale il partito della signora Meloni.
Questo adulatore non ha, però, detto che Fratelli d’Italia, attestatosi come primo partito nel Sannio, ha preso 23.006 voti pari al 20,59%, di
cui 2.967, pari al 14.94% nella città di Benevento. La percentuale provinciale è inferiore di 8 punti percentuali rispetto a quella nazionale
ottenuta da Fratelli d’Italia.
Ma, per questo adulatore, lo scopo era quello di denigrare il Partito Democratico, come pure per il sindaco di S:Bartolomeo in Galdo. Per
entrambi, però, il proposito era quello di nascondere la debacle mastelliana alle europee, indipendentemente dal fatto che la coalizione
degli Stati Uniti d’Europa non ha raggiunto il 4%, nonostante Mastella si sia di molto speso per chiedere il voto per la moglie: “La luce e la
bellezza dei monumenti rende europea Benevento”, “Da quando mi avete affidato nel 2016 la guida della città, ho costruito un modello di
emozioni e concretezza”, “Ora c’è la luce che abbellisce e non abbaglia, illumina i nostri capolavori”, Abbiamo scelto la sicurezza per la
vita umana con tanti defibrillatori in diverse zone”, “Abbiano messo i numeri civici nelle contrade (dove, non essendo stato dato un nome
alle strade, è difficile individuarli – ndr)”, “Benevento ora viaggia più veloce”, “Dall’Europa siamo stati abili a prendere il meglio”, “Mi affido
al vostro cuore e alla vostra sincerità per chiedervi un voto per Sandra: è mia moglie certo. Ma soprattutto è brava, capace e..le voglio
bene”. Luigi Perifano, portavoce di Alternativa per Benevento, non la pensa allo stesso modo.
A leggere l’intervista, resa da Perifano il 15 giugno a il Sannio, sono ”Tanti gli annunci”, ma “zero i fatti”. Sono state generate molte
illusioni: i lituani a Ponte Valentino, la Casa di Comunità al rione Libertà”,ma anche “il museo Egizio rischia di essere un bluff”. Per quanto
riguarda il Piano Urbanistico Comunale, “l’attività consultiva promossa dall’assessore è sicuramente meritoria, ma non esiste al mondo
una procedura scandita da questi tempi biblici. La storia è iniziata nel 2019, sono trascorsi cinque anni, e il dato oggettivo, inconfutabile, è
che sin qui non si è cavato un ragno dal buco”. In relazione, poi, alle recenti elezioni europee, dove ha vinto il partito dell’astensione, i
partiti, più che soffermarsi sulla crescente astensione, faticano a metabolizzare le fratture determinatesi con il sentire comune”.
Alla considerazione del giornalista (“Comunque i numeri parlano chiaro: FdI primi in provincia, Mastella [insieme alle altre forze che
hanno dato vita agli Stati Uniti d’Europa - ndr] primo in città”), Perifano ha risposto: “E’ innegabile che il successo di FdI sia dovuto alla
popolarità della Meloni, sebbene da noi abbia raccolto un risultato meno brillante che altrove. Quanto a Mastella, fra gli esponenti di punta
di Stati Uniti d’Europa, lui e il segretario socialista Maraio, hanno sicuramente retto meglio di altri (troppo buono Perifano –ndr), ma il
campanello d’allarme è suonato lo stesso”.
“E perché Mastella dovrebbe allarmarsi?, domanda il giornalista. “Considero che su base provinciale, l’unica lista che schierava una
candidata in grado di catalizzare l’attenzione del territorio, se vuole anche per motivi campanilistici, era proprio la sua Stati Uniti d’Europa.
Un vantaggio competitivo non da poco. Eppure sono scivolati al quarto posto”.
Poi, Perifano entra anche nel merito della condanna subita da Mastella per condotta antisindacale, sostenendo che “questo è l’ultimo
caso”. Secondo lui, “l’elenco è lungo: Sannio Acque, Malies, accordo di programma per il campo da golf. Sono stati vari gli strafalcioni che
hanno esposto l’amministrazione a brutte figure”.
A proposito poi dell’accusa, secondo cui destra e sinistra vanno a braccetto quando si tratta di attaccare Mastella, Perifano ha
precisato: “L’opposizione, nel rispetto delle diversità, si compatta quando vi sono gravi motivi per criticare l’operato dell’Amministrazione”.
Il giorno stesso in cui Il Mattino dava notizia della conferenza stampa tenuta dal Partito Democratico il 12 giugno, il sindaco di
S.Bartolomeo in Galdo, sullo stesso organo di stampa diceva: “Dem peggiori in campo, noi vincitori”. Non si capisce come i numeri non
debbano essere letti per quelli che sono. Eppure, la matematica non è una opinione. In sede provinciale, il Pd, sopravanzato da Fratelli
d’Italia e da Forza Italia, si è quotato al terzo posto, ottenendo 17.969 voti, pari al 16,08%. Ha superato di 710 voti gli Stati Uniti d’Europa
(voti 17.259, pari al 15,45%) che non comprendevano soltanto Noi di Centro. Alle politiche del 25 settembre 2022, il Partito Democratico,
in provincia di Benevento, con una maggiore affluenza di elettorato alle urne, ottenne 15.574 voti, pari al 12,94%. In città, invece, dove
Mastella governa da 8 anni, il PD è stato superato di circa 1.000 voti dagli Stati Uniti d’Europa, che hanno ottenuto, come dicevamo, 4.837
voti, pari al 24,36%, mentre il PD ne ha preso 3.820,pari al 19,24%.
Ma la soddisfazione dei due adulatori è che la percentuale del PD è lontana dal 24,5% conseguito dal Partito Democratico in sede
nazionale. Questi adulatori, però, sanno anche che il Partito Democratico ha subito, in sede provinciale, una defezione notevole, causata
proprio da Mastella nel corso del suo primo mandato e avallata, purtroppo, dai massimi organi istituzionali in sede regionale, per fare
uscire sconfitto il Pd sannita, colpevole di non essere allineato con i predetti organi.
Inoltre, nel corso del primo mandato di Mastella, quattro consiglieri, eletti in liste di opposizione, sono passati nelle schieramento di
maggioranza. Questo vorremmo dire ad Agostinelli e, in particolare, a Forgione, che ha parlato dei biglietti staccati da Abbate, “pagati e
comprati” dai mastelliani Anche tre consiglieri del Pd, che hanno consentito a Mastella di portare a termine il primo mandato, e gli altri
quattro avevano avuto dai cittadini il mandato di contrapporsi a Mastella. Discorsi di questo tipo, egregio ingegnere Forgione, non si fanno
a corrente alternata.
Infatti, su cinque consiglieri comunali rimasti al PD dei sei eletti (Scarinzi lasciò subito il Partito), i suddetti tre, compreso l’adulatore di
cui parlavamo (che non è stato rieletto nelle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre 2021), hanno impedito che il sindaco non portasse a
termine il mandato, dal momento che la sua maggioranza si era sfilacciata. Ma tutti, per parlare di ciò che è certo, hanno avuto la
contropartita: uno, che non si era candidato alle elezioni del 3 e 4 ottobre 2021, è diventato presidente di Sannio Europa, un’agenzia della
Provincia, un altro, per aver presentato, collegata a Mastella, una lista che ha eletto 2 consiglieri, è vice sindaco, il terzo, l’adulatore, ha
avuto una responsabilità in seno a Noi di Centro,oltre ad essere stato nominato nel Consiglio di Amministrazione della Gesesa, e un altro
ancora, non consigliere comunale di Benevento, è stato eletto nel Consiglio dell’ATO Rifiuti.
Tuttavia, Mastella non sarebbe stato rieletto neanche avendo avuto in sostegno la lista degli ex dem. A consentire la sua rielezione è
stato Giuseppe Conte, l’attuale numero uno del M5S, che non ha fatto presentare a Benevento la lista del Movimento, già schierato nella
coalizione di Perifano.
Giuseppe Di Gioia



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