UN COMPORTAMENTO INSOLITO ASSUNTO DAL FESTIVAL BENEVENTO CINEMA E TV NEI CONFROTI DEL MIO GIORNALE - Cultura

UN COMPORTAMENTO INSOLITO ASSUNTO DAL FESTIVAL BENEVENTO CINEMA E TV NEI CONFROTI DEL MIO GIORNALE

Dai fatti risulterebbe che tale comportamento sarebbe riconducibile al nuovo ufficio stampa

Anche se il festival Benevento Cinema e TV è terminato da una settimana, quello che ho da dire è sempre attuale, perché ha il fine di
denunciare un comportamento, secondo me, scorretto dell’ufficio stampa. Con molto anticipo, senza neanche guardare l’opuscoletto
relativo alla programmazione degli spettacoli per vedere cosa fosse cambiato nell’uso degli indirizzi di posta elettronica, ho, come al
solito, fatto richiesta di accredito, a nome de “Lascintilla.news”, il mio giornale, per gli spettacoli del BCT, programmati dal 25 giugno al
30 giugno, utilizzando, come sempre, l’indirizzo info@beneventocinematv.it.
Dopo alcuni giorni, la mattina del 21 giugno, mi sono recato agli uffici del BCT per ritirare l’unico accredito, valido per l’accesso anche
agli spettacoli a pagamento, spettacoli, questi ultimi, ai quali non avrei potuto assistere, poiché la mattina del 23 giugno sarei partito
alla volta di Siracusa, per partecipare, nel Teatro Greco di Siracusa, patrimonio mondiale dell’umanità, a due spettacoli, Malies Gloriosus
e Fedra, del dramma antico, programmati dall’INDA di Siracusa, il cui addetto stampa, un giornalista molto evoluto, mi fa trovare, come
ogni anno, gli accrediti per gli spettacoli da me prescelti, il cui costo del biglietto parte da 50 euro in su.
Ma il 21 giugno vengo a sapere dal BCT che non era giunta alcuna richiesta inviata da me. La persona incontrata va ad informarsi,
penso presso l’ufficio stampa. Poco dopo esce una donna, la quale mi dice che per richiedere gli accrediti bisogna inviare la richiesta a
info@therumors, indirizzo riportato sull’opuscoletto che io non avevo consultato, ma, preso da altri impegni, non avevo potuto neanche
partecipare alla conferenza stampa in cui, nel presentare il programma di quest’anno, il direttore artistico, Antonio Frascadore,
probabilmente aveva anche annunciato la nomina di un nuovo ufficio stampa, composto da tre giornalisti romani.
Avuta l’informazione da quella donna, mi attivo subito nel fare la richiesta di accredito. Dopo meno di un’ora, mi giunge questa
risposta: “Gentilissimo Giuseppe, Purtroppo abbiamo superato il numero di richieste che possono essere accettate. Ci spiace dunque
comunicarti che non possiamo confermarvi gli accrediti”.
Se quella donna, che mi ha fornito la mail dell’ufficio stampa, era, come penso, una componente del medesimo ufficio, quella
comunicazione poteva pure fornirla verbalmente, dal momento che sapeva già che era stato superato il numero delle richieste
accettabili, invece di farmi fare un’altra richiesta per consentirsi, penso, il piacere, che si qualifica da sé, di fornirmi una risposta scritta.
Comunque, abbiamo partecipato alle ultime tre serate del festival che, giunto alla ottava edizione, rimane, a ragione, tra i primi dieci
festival del panorama nazionale, anche se l’edizione di quest’anno, della quale hanno parlato La Repubblica e Il Messaggero, è apparsa
un po’ sotto tono. Un piazzamento, questo, che la rassegna Benevento Città Spettacolo riusciva ad ottenere solo quando era diretta da
Ugo Gregoretti.
La sera del 28 giugno, ho assistito alla intervista, in piazza Santa Sofia, di Kasia Smutniak, già compagna di Pietro Tarricone, dal quale
ha avuto una figlia. La polacca ci ha fatto vedere, in un filmato, prodotto da lei, come la Bielorussia, prima con il filo spinato e poi con il
muro ha chiuso i suoi confini, per impedire l’accesso degli ucraini.
Ma avrei voluto partecipare a piazza Roma all’intervista di Paolo Bonolis, rivelatasi, saprò poi, molto divertente e interessante.
Il sabato, 29 giugno, ho partecipato all’intervista di Claudio Amendola, che ha raccontato i 40 anni della sua attività artistica,
un’attività preceduta da vari lavori, quello di bagnino, di commesso, di aiuto montaggio e anche di muratore per un giorno, poiché i suoi
studi si erano fermati alla terza media. La notizia importante, annunciata da Amendola, è stata che a novembre inizierà la lavorazione de
“I Cesaroni”
La sera di domenica, 30 giugno, ho poi assistito all’intervista di Emanuela Fanelli e di Romana Maggiora Vergano, due attrici che
hanno lavorato nel film di Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”, un film, campione di incassi, la cui programmazione è durata circa 2
mesi. Il film racconta l’emancipazione della donna iniziata con il riconoscimento del diritto al voto, avvenuto il 2 e 3 giugno 1946,
quando l’Italia ha scelto di essere una Repubblica.
C’è da sperare che l’anno venturo non si abbia a che fare con un ufficio stampa, composto da giornalisti romani, perché i giornalisti
abbiamo l’idea di come il BCT sia aperto verso la stampa. Sembrerebbe che, dopo la mia richiesta di accredito, vi sarebbe stata un’altra
richiesta, alla quale non sarebbe stata data la stessa risposta comunicata a me. Ma sono voci e vanno prese con prudenza.
Giuseppe Di Gioia

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