SUOR ANGELICA E CAVALLERIA RUSTICANA, DUE OPERE IN CUI PROTAGONISTA E’ IL CORO
Suor Angelica muore da donna, dopo aver visto il figlio, e Compare Turiddu non realizza il suo sogno d’amore

È stata una bellissima esperienza quella che abbiamo vissuto la sera del 28 luglio: il Maestro Quadrini ha sapientemente unito due
opere: “Suor Angelica”, di Giacomo Puccini, poco conosciuta singolarmente, perché fa parte del Trittico che comprende tre opere in un
atto: “Il tabarro”,
su libretto di Giuseppe Adami, ”Suor Angelica” e “Gianni Schicchi”, entrambe scritte da Giovacchino Forzano, e “La Cavalleria Rusticana” di
Pietro Mascagni.
La peculiarità di “Suor Angelica” è che in essa troviamo solo personaggi femminili, perché le voci maschili compaiono solo alla fine, nel
coro di angeli che sollevano suor Angelica in cielo.
Mentre con “Suor Angelica” è continuato l’omaggio diretto a Puccini, è stata eseguita anche la più conosciuta: ”La Cavalleria Rusticana”,
entrambe presentate con la regia della bravissima Linda Aucone, che a fine serata ha ringraziato tutti, visibilmente commossa, per il felice
risultato degli obiettivi realizzati.
La serata è stata molto piacevole e la musica ci ha coinvolti in una vicenda, quale quella di Suor Angelica, che, da giovane, disonorando
così enormemente la nobile famiglia cui apparteneva, aveva avuto da nubile un bambino. Questi le era stato strappato ed lei era stata
chiusa in Convento ad espiare il suo errore.
Qui la vita trascorreva con assoluta monotonia, le suore svolgevano sempre le stesse attività, divise tra la preghiera, le faccende
domestiche e la cura dell’orto. E proprio in questo settore, Suor Angelica (Raffaella Ambrosini) si era specializzata coltivando anche molte
erbe medicinali, che utilizzava per lenire alcuni mali.
La monotonia della vita claustrale viene interrotta dall’arrivo di una carrozza, che trasporta la zia Principessa di Suor Angelica,
amministratrice dei beni delle nipoti, dopo la morte dei loro genitori.
La zia di suor Angelica, magistralmente interpretata da Michela Rago, chiede alla nipote di firmare la rinuncia all’eredità a favore della
sorella, che si sarebbe sposata di lì a poco.
Suor Angelica non ha altra scelta, ma chiede anche notizie di suo figlio. L’altezzosa principessa le dice, in maniera assolutamente nuda e
cruda, che egli è morto. Il dolore di Suor Angelica esplode in tutta la sua grandezza e dopo essersi svestita dell’abito religioso, prepara
una pozione velenosa per sé. Ora può morire perché non ha più alcun scopo per vivere, sulla terra.
Prima di morire però ha un ultimo desiderio: quello di rivedere suo figlio. E da qui, aiutata dalle suore, invocano la Vergine, che
l’accontenta e le mostra il suo bambino.
A lei, come donna, va tutta la nostra solidarietà, a lei e a tutte quelle donne che in passato hanno dovuto affrontare ingiustizie ed abbomini
per aver avuto dei figli al di fuori del matrimonio. Ora, per fortuna, la considerazione delle ragazze madri è cambiata, ma anche se la
violenza sulla donna, all’interno delle unioni, non è più sistematica, come accadeva in passato, la cronaca è piena di episodi di violenza e
di uccisioni.
Le donne rimangono quotidianamente vittime degli uomini, il fenomeno è in pauroso aumento e a tutte le donne va la nostra solidarietà,
perché il bollettino delle donne uccise sta diventando sempre più nutrito.
Non si capiscono i motivi di tutta questa violenza, forse perché è rimasto ormai l’unico modo in cui alcuni uomini possono dimostrare la
loro supremazia sulle donne. Speriamo che, presto, questa “Usanza” venga abbandonata.
La seconda parte dello spettacolo ha visto la presentazione di una bella “Cavalleria Rusticana”, scritta da Pietro Mascagni nel 1890.
L’opera fu scritta da Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, liberamente tratta dalla novella omonima di Giovanni Verga.
Qui il tema principale è la difesa dell’onore, che qualcuno, come Compare Alfio, interpretato da Carmelo Corrado Carusio, ritiene sia
stato leso e che può essere ripristinato con un duello. Duello che, come sappiamo, si conclude con la morte di Compare Turiddu (Mickael
Spadaccini), che aveva osato corteggiare la bella Lola (Marcella Diviggiano), dimentico che la sua fidanzata Santuzza, (Ana Isabel Lazo),
era anche in attesa del loro primogenito.
Infatti, Compare Turiddu si congeda dalla madre Lucia (Daniela Iliuta), confidandole che voleva sposare Santuzza. La voleva condurre
all’altare e per questo le raccomanda: ”Fate da madre a Santa”, quasi certo che dal duello, non sarebbe uscito vivo, considerando che
aveva bevuto un po' tanto”.
Anche la musica di Mascagni è di una bellezza struggente soprattutto quando vengono sottolineati i momenti più drammatici della
vicenda.
In entrambi gli spettacoli, molto curati anche i tessuti e, nei particolari, anche i costumi di “Arianna Sartoria Teatrale Corridonia” di
Macerata.
Dobbiamo un forte ringraziamento alla Scuola di Formazione Professionale “Centro Elite Mariella srl” di Benevento, nelle persone di
Francesca Lombardi, Chiara Martino, Sara Pepe, per il trucco che è stato curato con molta attenzione.
Siamo molto grati al Maestro Leonardo Quadrini, che ci ha fatto ascoltare e vedere due opere significative del melodramma italiano,
grazie anche all’impegno dei musicisti, dei coristi e dei tecnici di suono e di scena.
Quest’ultimi, coordinati da Giuseppe Grasso, hanno sostituito le elaborate scene in tempi brevi.
L’omaggio a Puccini continuerà martedì, 30 luglio alle 21,00, con “Madama Butterfly”, con la regia di Alessandro Cecchi Paone e si
chiuderà giovedì 1° agosto, sempre alle 21,00, con i “Carmina Burana” per soli cori ed orchestra.
A conclusione della rassegna è stata scelta “Carmina Burana”, una cantata scenica composta da Carl Orff, tra il 1935 e il 1936, che
rielaborò 24 componimenti poetici di origine medievale, scritti, a suo tempo, da vari autori goliardi e clerici vaganti, in modo tale da avere
una visione abbastanza completa dei vari generi musicali.
Per l’acquisto dei biglietti ci possiamo rivolgere alla All Net Service in Via Lungo Calore Manfredi di Svevia, 25 di Benevento, l’agenzia
che da sempre si occupa di cultura, turismo, spettacolo, eventi, e che ringraziamo sempre per la professionalità, da sempre dimostrata.
Giuseppe Di Gioia
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