UNA BENEVENTO CITTA’ SPETTACOLO IN TONO MINORE RISPETTO A QUELLE DEGLI ANNI PASSATI, FORSE PER COLPA DEL RIDOTTO CONTRIBUTO DA PARTE DELLA REGIONE. INTERESSANTE IL LIBRO SU RUSSELL DEL PROF. PECORA - Cultura

UNA BENEVENTO CITTA’ SPETTACOLO IN TONO MINORE RISPETTO A QUELLE DEGLI ANNI PASSATI, FORSE PER COLPA DEL RIDOTTO CONTRIBUTO DA PARTE DELLA REGIONE. INTERESSANTE IL LIBRO SU RUSSELL DEL PROF. PECORA

Si spera che le testate giornalistiche siano considerate tutte allo stesso modo

Ogni iniziativa ha un suo crescendo, nel senso che nasce con dimensioni modeste, ma poi si afferma sullo scenario nazionale. Così è
accaduto anche per Benevento Cinema e Televisione, il Festival pensato da Antonio Frascadore, giunto alla ottava edizione.
“Benevento Città Spettacolo”, invece, va in controtendenza, non foss’altro che per l’impostazione data alla rassegna, che ora si chiama
festival, dall’amministrazione Mastella insediatasi a palazzo Mosti 8 anni fa, una impostazione che non è più quella data da Ugo
Gregoretti nel 1980, quando è nata la rassegna, basata principalmente sul teatro tematico, in cui venivano rappresentate anche delle
prime nazionali.
La “Benevento Città Spettacolo”, pensata da Gregoretti, non ha avuto bisogno di un rodaggio, perché, dopo qualche anno, si è subito
affermata sul piano nazionale, anche perché le iniziative culturali del livello della rassegna gregorettiana, allora fiorivano e andavano
affermandosi.
Oggi, invece, c’è un pullulare di iniziative culturali, sicché quelle iniziative che non si mantengono su di un certo livello finisco per
essere ignorate. Ed è ciò che sta capitando a “Benevento Città Spettacolo”, che si sta imponendo solo come momento di festa, non
certo richiamando una partecipazione di cinquantamila persone, una cifra ribadita dal sindaco Mastella anche nel corso della
conferenza stampa di presentazione del festival di quest’anno, nonostante l’anno scorso sia stata abbastanza smentita.
Certo, il clima di festa favorisce le attività commerciali, che, con il concerto di Geolier, si ritennero abbastanza appagate negli affari
realizzati.
Le rassegne gregorettiane, per tutto il decennio di direzione da parte del famoso regista, non furono contrassegnate da un clima di
festa, a parte i concerti di chiusura delle rassegne, ma il loro spessore culturale era sempre crescente, al punto da richiamare
l’attenzione della critica della stampa nazionale, in un momento in cui, quasi contemporaneamente, si svolgeva la mostra del Cinema di
Venezia.
Certamente, una lancia va spezzata nei confronti di Renato Giordano, direttore artistico di “Benevento Città Spettacolo” dell’era
mastelliana, ma anche nei confronti dei sui immediati predecessori, poiché, anche se il festival beneventano avesse mantenuto e
migliorato il livello della rassegna gregorettiana, non avrebbe avuto la stessa attenzione sul piano nazionale, proprio per effetto del
pullulare delle iniziative culturali.
Un discorso di questo tipo andava fatto, anche se il festival di quest’anno, secondo quanto hanno percepito i cittadini, non ha
richiamato la stessa attenzione dei festival degli anni precedenti, a parte il concerto di Tony Effe, previsto per il 30 agosto in piazza
Risorgimento, e le iniziative culturali programmate in piazza Federico Torre.
Oberdan Picucci, nel corso della conferenza stampa di presentazione del festival di quest’anno, disse che il contributo regionale era
stato ridotto a 150.000 euro (altri 150.000 euro li ha stanziati il Comune). Ma 150.000 furono erogati anche all’ultima edizione diretta,
nel 2015, da Giulio Baffi. Poi, a parte le possibili discriminazioni di cui Benevento potrebbe essere destinataria da parte della Regione,
i contributi vengono erogati anche a seconda del livello delle manifestazioni, ben lontano da quello del Festival di Ravello.
Ecco, noi , per avere la libertà di esprimere appieno il nostro pensiero, nel mese di gennaio di quest’anno abbiamo fondato un nostro
giornale online, La scintilla news, poiché il giornale al quale collaboravamo in precedenza ci aveva limitato la libertà di espressione.
Una libertà che sì è dovuta scontrare con i tentativi di discriminazione della nostra testata, non conosciuta, secondo quanto ci è stato
riferito, dall’organizzazione del Festival, come se, nel corso di questi otto mesi, tale organizzazione non fosse stata informata delle
pubblicazioni del nostro giornale.
Abbiamo dovuto dire anche che il nostro giornale è stato anche autorizzato dal Tribunale di Benevento, circostanza che non ricorre per
qualche altra testata (forse più di una). Ma il problema di fondo è che la nostra testata non è normalizzata rispetto ad una certa
impostazione del festival. Speriamo che venga superato questo pregiudizio, un pregiudizio che non esiste, a nostro avviso, verso altre
testate, anche quelle che, ricevuto l’accredito, probabilmente non scriveranno nulla sulle sue rappresentazioni.
Noi, la sera del 28 agosto, abbiamo seguito, con un certo interesse, la presentazione del libro del prof. Gaetano Pecora – Bertrand
Russell. Tra liberalismo e socialismo – moderata dal prof. Antonio Gisondi.
Gisondi si è molto intrattenuto su come l’agnostico Russell non sia riuscito a stabilire un punto di incontro tra liberalismo e
socialismo, un passaggio, questo, sul quale il prof. Pecora ha sciorinato quasi tutto il suo dire.
Russell, deceduto il 2 febbraio del 1970, è vissuto 98 anni. Russell è stato uno dei maggiori matematici del novecento, premio nobel
per la letteratura. Ma prima ancora di questi interessi scientifici e di queste preziosità letterarie, Russell coltivò una forte passione
politica, una passione politica che, peraltro, gli veniva dalla famiglia. Persi presto i genitori, visse con il nonno, il quale fu, per due volte,
primo ministro inglese. E da liberale avanzato, il nonno, ebbe forte il senso della libertà e conobbe molti dei nostri eroi del Risorgimento,
primo fra tutti Mazzini. Quindi, la passione politica non fu per Russell il capriccio di uno che, avendo dato tutto alla sua disciplina, si
avviava per sentieri inesplorati. No, fu proprio una spinta del sangue: la politica. Questo spiega il sottotitolo del libro, sul quale ha già
anticipato qualcosa il prof. Gisondi.
“Un sottotitolo, ahimé, freddo, anche qui incapace di propiziare l’attenzione del lettore”, ha precisato il prof. Pecora, “perché nel
sottotitolo è detto: “Bertrand Russel tra liberalismo e socialismo”, perché quella semplice proposizione, TRA, ad un orecchio allenato
può dire molte cose. Può dire, intanto, che questo libro rifugge dal clichè solito di Russell come pensatore liscio, continuativo, coerente
soprattutto. Non è stato così. Russell è un pensatore doppio, un pensatore, nel quale convivono opposti orientamenti che se lo
disputano ferocemente. Russell è combattuto tra opposti convincimenti”.
Poi, il cadere di gocce di pioggia, ha orientato gli organizzatori, ma anche il prof. Pecora, a trasferire, come previsto in caso di
pioggia, la trattazione del libro all’interno della chiesa di San Bartolomeo.
Ma noi ci siamo trasferiti all’Hortus Conclusus, dove era in programma l’esibizione del balletto di Carmen Castiello, un balletto le cui
movenze seguivano le note di una musica jazz, con la voce narrante di Maurizio Tomaciello. Qui la partecipazione del pubblico è stata
molto numerosa, a differenza di quella che ha assistito alla conferenza del Prof. Pecora.
Giuseppe Di Gioia



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