“TANGO E DINTORNI”, UN GRANDE SPETTACOLO CHE VA NECESARIAMENTE REPLICTO IN TEATRI CAPACI DI CONTERE UN MAGGIOR NUMERO DI PUBBLICO
Candle Light by Accademia delle Opere

Lo spettacolo,” Tango & Dintorni” si è tenuto a Benevento, presso il Teatro Comunale ed è stato un mix sapiente ed elegante di varie arti:
quella della musica, del cinema e della danza. Sono state rappresentante magistralmente dall’ Orchestra Internazionale della Campania,
con il suo quintetto d’archi e precisamente Valentino Milo al violoncello; Vanni Miele al contrabasso; Nazeda Khomutova al violino 2;
Marco Musco alla viola; mentre Special Guest è stato Flavio Feleppa alla fisarmonica solista, con la direzione del M° Veaceslav Quadrini
Ceaicovshi.
In primis, lo Strega Alberti; la Gd Home Servizi immobiliari; il Centro Elite Moriello srl, quale scuola di formazione professionale; Pedicini
Arredamenti; Anteel Ristorante-pizzeria Braceria; Babuscio, Aesse Grafica, Accademia delle Opere, Regione Campania, Comune di
Benevento.
E’ doveroso il ringraziamento a Francesco Tuzio, produttore di questo indimenticabile spettacolo, in cui musica, parole, film e ballo sono
stati indiscussi protagonisti, che hanno lasciato ammirato e stupito il pubblico in sala.
Sulle musiche hanno ballato Marucci Odette e Hassan Eltable, della Compagnia di Balletto di Carmen Castiello, a cui si è aggiunto, Angelo
Egarese, realizzando un trio eccezionale.
Lo spettacolo è stato introdotto, di volta in volta, alternativamente dalla voci recitanti di Maresa Calzone e Gianni De Chiaro ed è iniziato
con la musica di J.S. Bach, seguita da quella di di K. Jenkis, di cui hanno eseguito l’Allegretto dal Concerto Grosso per archi, tratto da
“Palladio”.
Di Pietro Mascagni, hanno eseguito il famoso intermezzo della “Cavalleria Rusticana”, descrittaci anche con le immagini dei protagonisti
sullo schermo.
E’ stata la volta de “La vita è bella” di Benigni, che ha ricevuto l’Oscar quale migliore attore protagonista, mentre altri due sono stati
assegnati quale miglior film straniero e migliore colonna sonora di Nicola Piovani, di cui abbiamo ascoltato un brano della colonna
sonora, suonata dall’Orchestra Internazionale della Campania, a cui si è aggiunta la fisarmonica di Flavio Feleppa.
Non vogliamo essere critici se diciamo che il premio Oscar ed altri riconoscimenti sono scaturiti da un falso clamoroso, ma forse ben
sudiato, presente nel film, quello di aver fatto vedere che i cancelli di Auschwitz sono stati divelti da un carro armato americano e non,
invece, come la storia testimonia, da un carro armato dell’Armata Rossa dell’Unione sovietica, una presenza, quella del carro armato,
rivendicata da ragazzo, poiché il padre, il personaggio interpretato da Roberto Benigni, gli aveva fatto credere, per non fargli capire che si
trovava in un campo di sterminio nazista, che, con il raggiungimento di mille punti, avrebbe vinto un carro armato.
Ancora la musica protagonista con la suite dal film, “Nuovo Cinema Paradiso”, di Ennio Morricone, cui ha fatto seguito la colonna sonora
del film “La Califfa”, di cui abbiamo rivisto alcune scene sullo schermo.
Precisiamo che è stato il ricordo struggente di un grande artista a Massimo Troisi, con il suo film “Il postino”, di cui abbiamo visto le
immagini salienti ed ascoltato le musiche di L. Bacalov.
Ancora Ennio Morricone è stato protagonista con la sua musica, nella la colonna sonora del film “Mission”, diretto da Roland Joffe e
vincitore della Palma d’oro al 39° Festival di Cannes, in cui si racconta la storia di questo mercante di schiavi spagnoli che matura in sé il
desiderio di riscatto e decide di aiutare le suore della missione, con lo scopo di convertire i nativi al cristianesimo.
Centrali sono state le bellissime musiche di Gardel, Galliano, Piazzolla, tutte scritte per un peccaminoso ballo: il tango, un ballo che ha
unito diverse razze e culture e sulle cui musiche hanno dato il meglio di sé, sia Odette Marucci, che Assan Heltable, entrambi del Balletto
di Benevento, diretti da Carmen Castiello insieme al bravissimo Angelo Egarese.
Insieme, alla fine dello spettacolo hanno eseguito anche un bis sulla musica di L. Cohen, dal titolo “Dance me to end of love”.
Lo spettacolo, che ha saputo coniugare danza, musica, parole ed immagini dei film. sarà replicato in giro per i teatri d’Italia e merita di
essere visto, sia per la magia della musica, la bellezza dei ballerini, con i loro costumi, la bravura dei musicisti, quella di Linda Ocone,
regista dello spettacolo.
Appena siamo entrati siamo stati accolti da duemila candele bianche, in una scenografia di luce, realizzata magistralmente da Anna
Fabbricatore. Già quest’accoglienza ci ha riempiti di gioia e di calore. Ci siamo sentiti, subito a casa.
Giuseppe di Gioia
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