Quando c’era Bettino Craxi l’Italia era in serie AAA oggi siamo scivolati in serie BBB (quasi in serie C) - Politica

Quando c’era Bettino Craxi l’Italia era in serie AAA oggi siamo scivolati in serie BBB (quasi in serie C)

Una nota del dott. Amedeo Ceniccola, presidente del circolo “B.Craxi”


“Da 25 anni le spoglie del Presidente Craxi riposano nel cimitero cristiano di Hammamet e, a distanza di tanti anni dalla morte, si
contano sulla punta delle dita di una mano gli amministratori che hanno avuto la “forza” di onorare la memoria di un grande uomo di
Stato che ha speso la sua vita per il bene dell’Italia. L’Italia è davvero uno strano Paese. Abbiamo decine di strade e piazze dedicate a
Lenin, a Che Guevara, a Ho Chi Min, a Mao Tse Tung e persino a Stalin. Ma per vedere un viale dedicato a Bettino Craxi dobbiamo
andare in … Tunisia oppure a Santiago del Cile, nella suggestiva cornice del Cementiero General de Recoleta, il luogo dove riposa il grande
presidente Salvador Allende, vittima innocente della dittatura di Pinochet.
Eppure Craxi è stato sicuramente un grande italiano, un grande statista che per dirla con il giornale l'Unità del 1999
“...è stato tra i 5 o 6 personaggi che hanno fatto la storia d’Italia
dal dopoguerra agli anni ‘90”.
Un grande uomo di governo che nel 1984 con il cosiddetto “Decreto di San Valentino” aveva quasi azzerato l’inflazione, portandola dal
16% al 4%; che aveva portato l’Italia al quinto posto nell’economia del mondo con un tasso di sviluppo di circa il 3% annuo ed ottenuto per
la prima (ed unica) volta il massimo di affidabilità da parte delle maggiori agenzie di “rating” internazionale che attribuirono all'Italia la
valutazione massima, la cosiddetta tripla AAA, portando in questo modo il nostro Paese nell' aristocrazia dei paesi industrializzati ( oggi
siamo scivolati in serie BBB: una valutazione che riflette il livello estremamente alto del debito pubblico che nei giorni scorsi ha superato
la cifra di 3000 miliardi di euro, il bassissimo andamento della crescita del Pil, l’incertezza della politica economica e i rischi associati alle
proiezioni sul debito).
Un grande uomo di Governo che, pur convinto filo-americano, non s’era fatto umiliare da Reagan a Sigonella (in occasione del
sequestro dell’Achille Lauro). Un grande Presidente che arrivò alla guida del Paese in un momento di grave crisi strutturale (quando
nell’agosto del 1983 il primo Governo Craxi iniziò ad operare la produzione industriale era crollata del 7% e le quotazioni azionarie
precipitavano, al punto che, solo pochi mesi prima, si era stati costretti ad un intervento assolutamente eccezionale: la sospensione per
tre giorni dell’attività di Borsa per evitare un vero e proprio tracollo) e che al programma dell'austerità proposto dall’on. Enrico Berlinguer,
segretario del Partito Comunista Italiano) seppe contrapporre la politica degli incentivi alla ripresa industriale per far uscire il Paese dalla
recessione e dalla stagnazione.
Un grande modernizzatore che non esitò a far votare “SI” ai socialisti quando si doveva decidere l’ingresso dell’Italia nello Sme (primo
passo verso la moneta unica, ferocemente osteggiata dal Partito Comunista Italiano).

In conclusione, per aiutare qualche Sindaco a spezzare le catene dell’oblio ed avviare le procedure necessarie per intitolare un luogo
pubblico in suo onore vale la pena ricordare che:
• Il 19 gennaio 2000 Bettino Craxi è morto ad Hammamet suscitando il cordoglio di tutto il mondo democratico ed il governo
dell’epoca -presieduto dall’on. D’Alema - propose di tributare a Bettino Craxi i funerali di Stato in Italia (e non furono svolti perché rifiutati
dalla famiglia).
• La Corte di Giustizia Europea dei diritti umani ha condannato lo Stato italiano per violazione dell’articolo 6 della Convenzione di
Strasburgo sull’equo processo. In poche parole, la Corte europea ha sancito che i più elementari diritti e le regole del diritto furono violati
pur di arrivare ad una condanna del leader socialista.
• Il Procuratore Capo del Tribunale di Milano Gerardo D’Ambrosio (poi Senatore eletto nelle liste del PD) che condusse le indagini che
portarono alla condanna di Craxi fu il primo a riconoscere che l’ex segretario del PSI non aveva mai intascato soldi a titolo personale e in
un'intervista al “Foglio” del 22 febbraio 1996 affermava: “...La molla di Bettino non era il suo arricchimento ma la politica” ed ha
confermato in più occasioni che Craxi aveva ragione quando affermava che: “il sistema dei partiti della prima Repubblica si reggeva sul
finanziamento illecito” che è stato amnistiato sino al novembre ’89, depenalizzato se compiuto dopo il ’93 e colpito penalmente solo se
commesso in quell’intervallo di quattro anni. Una legislazione a singhiozzo con reati che appaiono e scompaiono a seconda degli anni.
Solo chi è accecato dalla faziosità non riesce a capire che questo tipo di legislazione ha lesionato il principio di eguaglianza del cittadino
davanti alla legge, anche del cittadino Benedetto Craxi (detto Bettino).
• La difesa della libertà dei popoli oppressi è stata per Craxi una ragione di vita. Non ebbe paura di accusare le multinazionali per l’aiuto
dato al golpe cileno di Pinochet, così come aiutò i socialisti portoghesi a combattere la dittatura di Salazar. Non ebbe d’altra parte alcuna
remora nel denunciare con forza i regimi comunisti dell’Europa dell’Est e a impegnarsi nella difesa del popolo palestinese. Tutti i
perseguitati politici, prima o poi, sono arrivati a Roma per incontrare e ringraziare Bettino Craxi per il sostegno (non solo politico) che
avevano ricevuto.
Ciò che desiderava per lui lo avrebbe voluto davvero per tutti. Anche per coloro che ancora oggi, a distanza di 25 anni dalla sua morte,
non riescono a liberarsi dalla faziosità ideologica e politica.
Ciao Presidente Craxi”.

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