L’associazione RINASCITA GUARDIESE continua la pubblicazione di documenti inerenti la storia guardiese per coltivare la memoria e ... ... progettare il futuro partendo dal passato
lo comunica Rinascita Guardiese

“Il Sindaco Ceniccola chiede al Consiglio Comunale di approvare il Piano delle aree da destinarsi agli Insediamenti Industriali in
attuazione di quanto previsto dal Piano Regolatore Generale.
Casa Comunale – Guardia Sanframondi
Fonoregistrazione del discorso pronunciato in data 7 febbraio 2001
“Signor Presidente, cari Consiglieri,
siamo qui per colmare un ritardo amministrativo di circa 15 anni ed offrire alla nostra comunità una preziosa e straordinaria
opportunità di sviluppo occupazionale. Per farla breve, vi chiedo di approvare l’adozione del Piano delle aree da destinarsi agli
insediamenti produttivi in zona Vassallo-Starze, quale strumento urbanistico attuativo del Piano Regolatore Generale vigente dal
1988 e con lo scopo di realizzare una vera e propria“Città di Bacco” grazie alle grandi disponibilità finanziarie derivanti
dal Piano Integrato Territoriale eno-gastronomico in fase di elaborazione da parte della Regione Campania. In poche parole,
vogliamo candidare la nostra comunità a futuri e rilevanti finanziamenti per avviare nuove attività imprenditoriali capaci di
creare le migliori prospettive di sviluppo compatibile con la nostra economia vitivinicola e realizzando quel valore aggiunto alle
nostre produzioni agricole che fino ad oggi è mancato.Inoltre, con questa progettualità vogliamo chiudere definitivamente una
sorta di vissuto amministrativo caratterizzato esclusivamente su una visione e su una prospettiva del posto fisso. E per dare a
ciascuno il suo,sia chiaro che l’area in oggetto non è stata individuata da noi, bensì, da coloro che negli anni ‘80 erano al comando
della nostra comunità e che, in definitiva, sono sempre gli stessi personaggi che oggi si agitano e cercano di impedire che questa
nostra progettualità vada a buon fine, giocando all’insegna del “Tanto peggio tanto meglio”. In definitiva, noi abbiamo
semplicemente ridotto l’area destinata ad essere urbanizzata. Da ben 296.000 metri quadrati che attualmente risultano vincolati
(una superficie francamente esagerata e spropositata rispetto alla nostra realtà comunale) noi pensiamo di intervenire
solamente su circa 90mila metri quadrati ripartiti in circa 30 lotti. E sia a tutti ben chiaro che in realtà la superficie espropriata per
le strade di accesso è di circa 11.000 metri quadrati. In poche parole, compreso le aree per parcheggi, strade e verde necessario
per realizzare l’urbanizzazione saranno espropriati all’incirca 2 (due) ettari di terreno e saranno pagati ad un prezzo di esproprio
che può arrivare a circa 16.200 lire/mq. E questo dato, 16.200 lire al metro quadrato, lo voglio ripetere ad alta voce per evitare
malintesi e smentire le menzogne ch qualcuno ha già messo in circolazione. Poi saranno i proprietari-coltivatori e le imprese a
fare una trattativa privata per la compravendita dei lotti che andranno a comporre il Piano. A tal proposito, vale la pena ricordare
che in questo momento a Benevento questi lotti urbanizzati si vendono a 20-22 mila lire al metro quadrato. Quindi, appare ben
chiaro che il coltivatore sarà avvantaggiato perché dopo aver realizzato le urbanizzazioni primarie e secondarie il terreno
in questione non sarà più considerato terreno agricolo, anche se ad uso industriale, ma diventa “terreno urbanizzato”
e, quindi, con un notevole incremento di valore. In conclusione, vi invito ad approvare questa deliberazione con convinzione e
con la consapevolezza che stasera possiamo far girarepagina, per davvero, alla nostra comunità. Infine, lasciatemi chiarire che
allo stato attuale nel territorio comunale si trovano 29 insediamenti di aziende industriali e artigianali di cui 24 costruite in zone
non idonee (16 in zone urbane con diversi problemi di compatibilità e 8 in zone agricole interessate da coltivazioni specializzate);
tale situazione ha determinato effetti di inquinamento di vario tipo alcuni dei quali risolvibili solo attraverso il trasferimento
dell’impianto produttivo in zona adeguatamente attrezzata, di cui attualmente non si dispone (si veda per esempio la condizione
di provvisorietà dei vari frantoi). Un ulteriore esempio della negativa condizione in cui ci troviamo è fornito dalle aziende vinicole
Falluto e Sebastianelli situate in modo sparso in area agricola anche nei pressi dell’area industriale di cui stiamo parlando per
mancanza di disponibilità di aree attrezzate. Ciò ha comportato evidenti svantaggi dal punto di vista commerciale ed un aggravio
di costi di gestione per lo smaltimento dei reflui e l’adduzione di energia elettrica. In ultimo lasciatemi ricordare che dal 1988 i
proprietari dei terreni dei terreni interessati dal P.I.P. hanno dovuto patire una vera iattura perché in assenza di infrastrutture la
zona in questione non ha interessato né gli imprenditori artigianali che hanno preferito costruire i loro opifici in zona agricola né
i cosiddetti imprenditori agricoli che obbligati a trascrivere sugli atti notarili il valore virtuale indicato dall’Ufficio di Registro,
avrebbero pagato imposte esorbitanti rispetto al valore reale di compravendita. In poche parole, al danno la beffa che ormai si
protrarre da alcuni decenni. E’ arrivato il momento di dire basta e voltare pagina; per questo motivo, vi invito a non dare ascolto a
qualche mestierante della politica strapaesana che per puro scopo politico/propagandistico, sobilla la popolazione guardiese e va
nelle case a raccontare menzogne e falsità di ogni genere. E quello che più infastidisce è il dover costatare che i personaggi che
oggi sobillano i guardiesi per impedire la realizzazione di questo nostro progetto sono gli stessi che ... qualche anno addietro e,
precisamente, in data 25/10/1994 hanno approvato una deliberazione con la quale si decideva di “vendere immobili comunali al
fine di utilizzare il ricavato della vendita per l’acquisto di aree da infrastrutturale e poi immettere a disposizione per gli
insediamenti di carattere industriale”. Siamo di fronte a personaggi che hanno fatto dell’incoerenza e della menzogna una regola
di vita. Non ascoltiamoli e andiamo avanti per il bene della comunità guardiese”.
P.S. Per dovere di cronaca, è necessario ricordare che tale progettualità, il giorno 9 luglio 2002, è stata affossata dai governanti
subentrati al Sindaco Ceniccola ed è stato perduto il finanziamento di 5 miliardi di lire già ottenuto ai sensi della L.R.
10/2001 dalla Regione Campania che poteva aprire un orizzonte nuovo, insperato, diverso per tanti giovani di Guardia e dare
all’imprenditoria locale la possibilità di ampliare i propri interessi economico-finanziari. Il risultato è stato quello di avviare un
vero e proprio decadimento della nostra comunità.
Infine, non possiamo non ricordare che 23 anni orsono i governanti guardiesi nell’affossare il Piano in località Vassallo-
Starze pensato e fatto finanziare con ben 5 miliardi di lire dal Sindaco Ceniccola avevano anche promesso che:
“... si sta studiando insieme al Comune di Castelvenere un progetto per individuare un’area al confine tra i due comuni dove possa
essere realizzato un nuovo P.I.P. per soddisfare le esigenze di entrambi i comuni”. Una promessa solenne fatta dal sindaco pro-
tempore, Falato Carlo, riportata nella deliberazione n.15 del 9 luglio 2002 e mai realizzata per ... stimolare la fuga di circa 1000
giovani da Guardia Sanframondi per trovare un posto di lavoro lontano da casa.
La Wardia Bella indicata come la “piccola America” (dove la ricchezza abbondava) è diventata un “Comune Marginale”senza
alcuna prospettiva di sviluppo. Per farla breve, da punto di riferimento della valle telesina è diventato un comune in via di
estinzione. Infatti, il Governo ha inserito, nell’anno 2020,Guardia Sanframondi nell’elenco dei “Comuni Marginali” e cioè, in
condizioni particolarmente svantaggiate, con un tasso di crescita della popolazione negativo sia nel lungo sia nel breve periodo con
indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) superiore alla media e con un livello di redditi della popolazione residente
inferiore alla media nazionale.
Dinanzi a questa disastrosa rappresentazione della nostra vita comunitaria, una domanda nasce spontanea: – Chi può decidere
di fare un investimento di vita in un comune che si sta spopolando e privo di futuro?
Questi sono i “straordinari” risultati ottenuti dai nostri bravi governanti (sempre gli stessi 6-7 personaggi impegnati nel corso di
circa 50 anni in un continuo scambio di poltrone e poltroncine tra Comune, Provincia, cantina sociale, USL e Comunità
Montana) che hanno elevato la menzogna a strumento di lotta politica ... senza mai chiedere scusa.
Ai cittadini guardiesi l’ardua sentenza!!!”.
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