MASTELLA HA PERDUTO I DUE CONSIGLIERI REGIONALI ELETTI IN NOI CAMPANI. Abbate e Iodice hanno preso le distanze dal sindaco di Benevento - Politica

MASTELLA HA PERDUTO I DUE CONSIGLIERI REGIONALI ELETTI IN NOI CAMPANI. Abbate e Iodice hanno preso le distanze dal sindaco di Benevento

Alboino Greco, componente il gruppo consiliare “Noi Campani” al Comune di Benevento, di ispirazione abbatiana, prese le distanze dal gruppo, dopo che gli altri due consiglieri, Francesco Farese e il capogruppo Marcello Palladino, avevano votato, nel corso di una seduta consiliare, un atto non in linea con la maggioranza mastelliana. Vi è stata poi, da parte del consigliere Greco, una pubblica dichiarazione di fedeltà all’amministrazione Mastella.
Ma, dopo che il consigliere regionale Luigi Abbate ha aderito ufficialmente al Partito Democratico, nel corso della conferenza stampa di fine anno, tenuta il 30 dicembre 2023, Alboino Greco, per rendere ancora più vistosa la presa di distanze di Abbate da Mastella, dal momento che la stampa locale, tranne “Lascintilla.news”, non aveva dato molto risalto alla defezione, ha diffuso, il 14 gennaio scorso, una nota in cui chiede ad Abbate di dimettersi da consigliere regionale, avendo tradito “un leader (Mastella –ndr) e una comunità politica”.
"La verità”, prosegue la nota di Greco, “viene sempre a galla. Quel lavoro ai fianchi,
spesso maldestramente mascherato da divergenze su questioni amministrative al Comune
di Benevento, era in realtà solo un paravento per mascherare la manovra politica
sottobanco azionata da tempo da un regista occulto. Avendolo prima sospettato e poi
compreso, feci le scelte conseguenti in seno alla Civica Assise (l’adesione forse al gruppo
Noi Campani – ndr). Ma ora, giù la maschera. A Palazzo Mosti Farese è all'opposizione, a
un passo dal Pd, e il consigliere regionale Abbate è definitivamente passato armi e bagagli
nel Partito democratico, con tanti saluti al leader politico e all'uomo a cui deve, in maniera
assolutamente integrale, quel seggio regionale", Secondo Greco, "è' un pretesto ridicolo
quello del disaccordo sulla scelta di un'alleanza con Renzi: la riunificazione aggregativa
delle forze moderate per riunificare l'area centrale è obiettivo storico del nostro leader
Mastella, perfettamente coerente con la sua storia e il suo humus culturale”.
Questa alleanza, però, tra Renzi e il sindaco Mastella che è presente solo in Campania
in misura modesta, non consente di raggiungere lo sbarramento del 4% alle elezioni
europee. Sempre secondo Greco,”non si tratta soltanto di tirare in ballo coerenze e
tradimenti, gratitudine e lealtà”. Vuoi vedere che ora il viandante è Abbate e non Mastella
che su Wikipedia è considerato uno dei maggiori trasformisti in Italia?!
Ma Greco attacca anche Francesco Farese, che “in un istante é passato da una delega
fiduciaria concessagli dal Sindaco, all'ostilità aperta, virata a tempo di record”. Va ricordato
che la delega all’Istruzione pubblica e privata, passata a Marcello Palladino, capo del
gruppo abbatiano, era stata revocata a Farese prima che Abbate rendesse nota la sua
adesione al Partito Democratico.
“Chi mi definì”, prosegue la nota di Greco, “con un orrido termine del gergo medico che è
inutile ripetere, uno smidollato, “oggi potrebbe dimostrare di non esserlo lui stesso, di non
aver scritto righe di auto narrazione: Abbate ha un solo modo per farlo, ovvero dimettersi”.
E, secondo Greco, Abbate, dopo essersi dimesso, “rinunciando così al lauto stipendio
percepito e proseguendo altrove il percorso politico”, dovrebbe ”chiedere scusa al leader
politico e alla comunità politica che lo ha traghettato in Consiglio regionale”. Greco, poi,
non manca di rinfacciare ad Abbate il fatto di essere stato presidente dell’Asi e della
Gesesa”.
Ma Greco, essendo una matricola, al pari di Picariello, non ricorda che nel 1998,
Mastella, dopo aver abbandonato il Ccd, fondato insieme a Pier Ferdinando Casini, passò
all’Unione Democratica per la Repubblica, il partito fondato da Francesco Cossiga, per
appoggiare il primo governo D’Alema, dal momento che D’Alema non avrebbe avuto i voti

di Rifondazione Comunista. Mastella, che si buscò l’appellativo di acchiappa poltrone da
Casini, ovviamente non si dimise da parlamentare, in forza dell’art. 67 della Costituzione:
“Ogni membro del Parlamento”, recita la norma costituzionale, “rappresenta la nazione ed
esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Certamente, non stiamo qui a dire che
Mastella si sarebbe dovuto dimettere da deputato, poiché i cambi di casacca, nel
Parlamento italiano, ormai, non si contano più. Perché, allora, si dovrebbe dimettere Gino
Abbate?
L’art. 67, ovviamente, vale per tutti i consessi elettivi, altrimenti si dovrebbe dimettere da
consigliere comunale anche Antonio Picariello che, secondo eletto nella lista di Città
Aperta con 298 voti di preferenza, era passato, in un primo momento, nel gruppo misto in
sostegno dell’amministrazione Mastella, ma, poi, considerata difficile, probabilmente, la
convivenza con Francesco Farese, è passato in Noi Campani, in compagnia di Marcello
Palladino. Ovviamente, così come per Abbate non sono bastati i suoi voti per essere eletto
al Consiglio regionale, anche a Picariello non sono bastate le 298 preferenze per essere
eletto consigliere comunale.
Si pensi che il quoziente per eleggere un consigliere di opposizione si aggira sui 1.500
voti di lista. Quindi, Picariello, perché venisse eletto, ha dovuto beneficiare almeno di altri
1.200 voti di lista, raccolti dal resto di 30 candidati, considerato che i seggi conquistati da
Città Aperta sono stati 2.
Per i mastelliani, però, la coerenza funziona a corrente alternata: se sono dei mastelliani
a lasciare lo schieramento in cui sono stati eletti, si chiedono per costoro le dimissioni
dalla carica; se, invece, consiglieri di opposizione lasciano lo schieramento in cui sono
stati eletti, la scelta è normale.
Alboino Greco, proprio perché è una matricola, non sa, evidentemente, cosa è
successo, nel corso del primo mandato di Mastella, in consiglio comunale.
Andiamo per ordine. Pochi mesi dopo l’insediamento del Consiglio comunale, eletto
nella competizione del 2016, Luigi Scarinzi, eletto nella lista del Pd, passò nel gruppo
misto per poi approdare, in sostegno dell’amministrazione Mastella, in Forza Italia.
Successivamente, Angelo Feleppa, lasciò il gruppo Del Vecchio sindaco, nella cui lista era
stato eletto, per passare a sostenere l’amministrazione Mastella. Poi, Marcellino Aversano,
eletto nella lista Alleanza Riformista, lasciò lo schieramento di opposizione, per
appoggiare l’Amministrazione Mastella. Il grave è che questo consigliere, insultato da un
consigliere mastelliano nel corso di una seduta, da remoto, del Consiglio comunale,
perché si era assentato in un momento il cui la maggioranza mastelliana era in bilico,
disgustato dell’accaduto, non si è più candidato nel 2021. Infine, anche Vincenzo Sguera,
eletto nella lista Benevento Popolare, collegata all’allora competitore di Mastella, Raffaele
Del Vecchio, passò nello schieramento di maggioranza,
Negli ultimi due anni della consiliatura 2016-2021, tre consiglieri del gruppo Pd
(Francesco De Pierro, Raffaele Del Vecchio e Cosimo Lepore) cominciarono a fare una
opposizione molto funzionale a Mastella, nel senso che si ridussero a fare da sgabello nei
confronti del sindaco, impedendo anche che questi finisse in minoranza nei momenti in cui
la maggioranza scricchiolava.
Per prendere le distanze da questo comportamento, Floriana Fioretti, Marialetizia
Varricchio e Luca Paglia, che di recente aveva abbandonato lo schieramento mastelliano,
furono costretti a costituire un altro gruppo in linea con la federazione provinciale del Pd.
Ma questo gruppo non poté chiamarsi gruppo consiliare del Pd, perché un gruppo Pd,
Guidato da Francesco De Pierro, vi era già,
I tre consiglieri funzionali a Mastella, sono stati espulsi dal Pd, anche perché, nelle
elezioni del 3 e 4 ottobre 2021 avevano presentato una lista in sostegno di Mastella.

Sta di fatto che, ora, Francesco De Pierro è il vice di Mastella, mentre gli altri due,
l’avvocato Del Vecchio e l’avvocato Lepore, sono rimasti fuori dal Consiglio, perché Del
Vecchio non si è candidato e Lepore non è stato rieletto.
Ma, a proposito della nota di Alboino Greco, non si è fatta attendere la risposta di Gino
Abbate.
Sentiamo cosa ha detto.
“consigliere comunale Alboino Greco”.
“La scelta è di natura esclusivamente politica ma questo il prode Alboino (eletto nella
lista Abbate-Ucci) non vuole o non può capirlo e non riesce neanche a svestirsi del
ruolo di ventriloquo. Con parole semplici cercherò di spiegarlo.
1) Nel 2016 demmo luogo a un movimento civico che vide Mastella diventare sindaco
con il contributo del sottoscritto e di altri. Basterebbe rileggere le cronache di allora
ma il Prode evidentemente non utilizza il buon senso di raccogliere informazioni. Quel
movimento prevedeva di portare le istanze territoriali in sede regionale e nel
sottoscritto il portavoce.
2) Nel 2021 la lista Abbate–Ucci ha contribuito con 2.500 voti alla riconferma di
Mastella
3) nel 2022 il sottoscritto si è candidato come capolista al Senato per il nostro
movimento civico. In quella occasione subimmo una grave discriminazione, un baratto
che si tradusse nel 40% in meno di consensi rispetto al voto al Parlamento. Il
sottoscritto insieme ad altri ci ha messo la faccia ed altro.
3) Tornando ad oggi, quando un movimento fa una scelta di confluire in un partito
questo avviene dopo un’ampia discussione e un profondo confronto: cose che non
sono avvenute. Allora io rispetto la scelta fatta da Mastella ma non la condivido per
cui ognuno seguirà il suo percorso politico.
4) Non è stato il sottoscritto a rompere il movimento traghettandolo in un partito e
per quanto riguarda le mie dimissioni la storia parla per me, in quanto non ho mai
esitato a dimettermi quando sono venuti meno i requisiti di coerenza e progettualità.
Piuttosto, su questo punto, l’intervento del prode si potrebbe ribaltare sul Sindaco
che, anche nell’ultima tornata elettorale, ha usufruito dei miei consensi.  Ricordo che
ha vinto con un lievissimo scarto di 900 voti (per l’esattezza, 787 voti in più del 50% -
ndr).
5) non sono stato mai Presidente ASI ma commissario per 1 anno e mezzo per la
Giunta Bassolino.
6) giusto per essere precisi a proposito delle cifre siderali, citate dal prode per
sconfinare nel populismo: lo stipendio per il ruolo di consigliere regionale è di 4.440
euro mentre come presidente Gesesa era di 1.200 euro.
Al prode Alboino Greco o a chi parla per lui consiglio di uscire dal sottobosco
dell’inciucio e del dileggio, in cui evidentemente amano vivere, e continuare a cercare
di farsi scontare cambiali alla provincia oltre che occupare posti di lavoro, sottraendoli
alla comunità”.
Greco, che pensa di saperne più di Abbate, si cimenta ancora nel rispondere ad
Abbate il 15 gennaio, per contestare gli emolumenti dichiarati da Abbate
nell’esercitare la funzione di consigliere regionale. Secondo Greco, Abbate
incasserebbe il triplo di quanto dichiarato dal consigliere regionale, ovviamente
compreso il rimborso spese.
Sempre secondo Greco, non c’è differenza tra l’essere Presidente o Commissario del
Consorzio Asi, anche perché la nomina da parte di Bassolino avvenne su indicazione di
Mastella. Poi, nel fare i conti in tasca al suo contraddittore, Greco, nella sua nota, dice
che Abbate, tra tutte le cariche ricoperte, compresa la elezione al Consiglio regionale,
si troverà ad aver guadagnato circa un milione. Lo stesso si può dire di Mastella, che,

come dicevamo, lascia il Ccd e la maggioranza Berlusconiana della quale il Ccd faceva
parte, aderisce al Partito di Cossiga, poi fonda L’Udeur, rimanendo nello schieramento
di centro sinistra per un decennio, poi ancora ritorna da Berlusconi, viene eletto nel
Parlamento di Strasburgo nelle liste berlusconiane, poi lascia Berlusconi, ma ritorna
nell’entourage del fondatore di Forza Italia, per far nominare senatrice la moglie
Sandra Lonardo, poi ancora, in vista delle regionali del 2020, lascia definitivamente
Berlusconi, per schierarsi nella coalizione di Vincenzo De Luca, alle predette elezioni
regionali.
Ma, a smontare tutta la ricostruzione fatta da Greco, replicando ad Abbate, c’è da
prendere in considerazione che la presa di posizione del consigliere regionale in questione
non è isolata.
Anche Maria Luigia Iodice, eletta nel Casertano consigliera regionale nella lista Noi
Campani, ha preso le distanze da Mastella.
Vediamo cosa ha dichiarato, unitamente ad Abbate:
“Le scelte politiche ultimamente operate dal movimento “Noi Campani”, non trovano la
nostra condivisione, pertanto dichiariamo di non rappresentare più in Consiglio Regionale
il movimento “Noi Campani”. Questa nostra diversa posizione politica vuole anche
impedire a soggetti terzi e diversi di promuovere a nostro nome azioni da noi politicamente
non condivise. Questa prima scelta prescinde da quelle che saranno le diverse valutazioni
che liberamente ed indipendentemente ognuno di noi poi, vorrà fare e/o compiere”.
Mastella, quindi, ha perduto i due consiglieri regionali eletti in Noi Campani.
Qualche mastelliano, nei giorni scorsi, diceva che il Pd è in declino. Rinsavisca.

Giuseppe Di Gioia

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