UNA NOTA DELSEGRETARIO PROVINCIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO, GIOVANNI CACCIANO: “L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI CALDEROLI CONDANNA IL MERIDIONE D’ITALIA - Politica

UNA NOTA DELSEGRETARIO PROVINCIALE DEL PARTITO DEMOCRATICO, GIOVANNI CACCIANO: “L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI CALDEROLI CONDANNA IL MERIDIONE D’ITALIA

“Il Senatore Matera che si arrampica sugli specchi è uno spettacolo di cui avremmo fatto volentieri a
meno. Dopo aver contribuito con il suo voto, al danno, si arrischia in una tentata beffa dei Cittadini del
Mezzogiorno arrivando a dichiarare che l’Autonomia Differenziata sia la panacea dei mali e delle
disuguaglianze del Sud!
Sciaguratamente, appare sempre più evidente che si tratti soltanto dell’antico sogno nordista di
matrice Leghista, finalmente realizzato grazie al fondamentale sostegno dei (molto presunti) patrioti di
Fratelli d’Italia.
Nella versione secessionista della Lega, l’Autonomia Differenziata rappresenta per le sorti del
Meridione la definitiva condanna ad un discriminatorio ed insanabile «divario di cittadinanza»
formato da diritti costituzionali a geometria variabile, a seconda del territorio di residenza.
In ogni caso, per fugare gli eventuali dubbi del senatore Matera, circa la gravità del suo voto al DDL
Calderoli, lo invitiamo a «seguire i soldi» (follow the money) in coerenza con il noto metodo di analisi e
indagine caro al compianto Giovanni Falcone. Ebbene, «seguendo i soldi», si scopre che «obiettivo e
bottino» della Calderoliana Autonomia sia il cosiddetto residuo fiscale, in altre parole la possibilità di
trattenere il gettito nelle Regioni dove viene prodotto.
Di conseguenza, le aree del Paese con evidente minore «capacità fiscale» saranno tagliate fuori dai
famosi «benefici», di cui alla improbabile arrampicata del senatore Sannita, né potranno aspirare alla
gestione di competenze aggiuntive mentre, in un deleterio circolo vizioso, lo stesso Stato e il suo
potere Regolatore risulteranno ulteriormente indeboliti.
Come se non bastasse, questo progetto di Autonomia Differenziata produce anche una rischiosa
frammentazione delle politiche pubbliche con effetti disastrosi sulla fruizione dei diritti sociali da parte
dei Cittadini. Un’Italia delle «piccole patrie» cui risulterebbe difficilissimo implementare politiche di
indirizzo e di riequilibro in settori nevralgici come l’economia, le politiche energetiche, le grandi
infrastrutture o la tutela dell’ambiente.
La stessa unità culturale del Paese, faticosamente eretta con l’istruzione pubblica, sarebbe messa a
dura prova, sempre che non si ritenga l’introduzione del dialetto veneto un imprescindibile fattore di
innalzamento del livello culturale dei nostri ragazzi.
Ecco perché il progetto discriminatorio sull’Autonomia Differenziata, così caro al senatore Matera, va
respinto con fermezza. È figlio di una subcultura localistica, egoistica e sconsiderata per l’Italia intera.
Alla lunga nefasta per lo stesso Nord!”


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