SUPERBA L'ESIBIZIONE DI ANDREA OLIVA NEL CONCERTO DELL'ACCADEMIA DI SANTA SOFIA - Cultura

SUPERBA L'ESIBIZIONE DI ANDREA OLIVA NEL CONCERTO DELL'ACCADEMIA DI SANTA SOFIA

Puntuale nella sua programmazione, abbiamo assistito, sabato scorso, nell’Auditorium di S. Agostino a Benevento, all’evento che vede coinvolti il Conservatorio Statale di Musica “N. Sala”, l’Università degli Studi Del Sannio, il Micc, il Mim, la Regione Campania, la Provincia ed il Comune di Benevento, dall’Unione Artisti Unams, sostenuto dall’ Associazione Napoli Capitale Europea Della Musica, dal Cidim, dal Teatro Diana, nonché dal Banco Bpm, che da quest’anno ha deciso di sostenere la nostra Accademia di S. Sofia.
Come di consueto, dopo i saluti di benvenuto, abbiamo ascoltato una lectio magistralis, questa volta tenuta da Mons. Mario Iadanza su “Blaise Pascal: l’ambivalenza della condizione umana”, un tema ampiamente trattato nella prima parte della serata. Di questo filosofo e scienziato ricorre il quarto centenario della nascita, che è stato definito da Mons. Iadanza un ”instancabile ricercatore della verità, genio precursore che a diciotto anni aveva inventato la prima macchina aritmetica. Interessanti sono stati i suoi studi sulla pesantezza dell’aria e, negli ultimi anni della sua breve vita,( morì a soli 39 anni), si era dedicato all’Apologia del cristianesimo, rimasto incompiuto. Singolare è il fatto”, ha continuato M. Iadanza, “di come il suo pensiero abbia influito su molti letterati e studiosi, quali Leopardi, Manzoni, filosofi del calibro di Heidegger. La sua fu un’attenta e profonda analisi, basata su una ricerca scientifica, empirica e sperimentale. Una geniale intuizione di questo filosofo fu quella di capire che l’uomo è miserabile, poiché è un essere in sé incerto. Un albero non conosce i suoi limiti, mentre l’uomo sì. Ed è in questo che l’uomo si differenzia dal resto del mondo. L’uomo è sempre alla ricerca, esce da sé stesso, si protende verso l’infinito, è teso sul desiderio dell’infinito”. E qui il riferimento ai sentimenti di Giacomo Leopardi, sono stati subito evidenziati dal nostro relatore. L’uomo, conclude Pascal, pur di nascondere a sé stesso questo senso di vuoto e di nullità, si impegna in tante occupazioni particolari. L’uomo deve scegliere tra il vivere, come se ci fosse Dio o come se non ci fosse, e non può sottrarsi a scegliere. In fondo, l’uomo non ci rimette nulla: se Dio esiste e lo ha seguito guadagna tutto. Se Dio, invece, non esistesse, non avrebbe perso nulla. Infine, l’uomo, dunque, viene esortato da Pascal a scommettere sull’esistenza di Dio, perché solo così può guadagnare serenità. Le scelte dell’uomo però devono essere fatte sempre con il cuore. La felicità, conclude Pascal, non è però dentro o fuori l’uomo, ma è in Dio, fuori e dentro di noi. Un invito, dunque, alla ricerca di Dio, che si manifesta a tutti noi tramite le opere del creato, ma anche a quelle dell’uomo, come, per esempio, la sublime musica che abbiamo ascoltato subito dopo la conclusione dell’Intervento di Mons. Iadanza.
Infatti, l’Accademia di S. Sofia ci ha regalato poi un altro momento magico ed intenso con il concerto dal titolo “Tra Barocco e ‘900”, in cui è stata accompagnata dal M° Andrea Oliva, uno dei migliori flautisti della sua generazione.
Ricordiamo che il Maestro è nato a Modena il 1977, si è diplomato con il massimo dei voti all’Istituto Musicale “Vecchi-Tonelli” di Modena. Nel 2005 ha iniziato la sua carriera, vincendo numerosi premi ed ottenendo molti riconoscimenti.
Con il suo flauto, un Muramatsu 14k all gold SR, progettato appositamente per lui, ha eseguito il concerto, presentandoci, in prima assoluta, “La nuit blanche“, scritta dal M° R. Bellafonte, presente in sala, di cui è stato eseguito il “Concerto per flauto e archi”, scritta nel 2022.
Ha poi continuato con A. Vivaldi, di cui è stato suonato dal Concerto per flauti ed archi in Re magg. RV 429, scritto nel 1728, i momenti: Allegro, Andante, Allegro.
Del contemporaneo D. Sostakovic, dalla ”Chamber Symphony in C minore, op. 110 A”, composta nel 1967, abbiamo ascoltato, dai soli componenti l’0rchestra, i cinque movimenti: Largo, Allegro molto, Allegretto, Largo, Largo.
Infine, il magnifico concerto per flauto ed archi in Re minore del 1780, scritto da C.P.E. Bach, quinto figlio del grande padre del barocco, l’indimenticabile Sebastian, nei suoi tre movimenti: Allegro, Un poco andante, Allegro di molto, ha concluso il nutrito programma.
Il pubblico ha apprezzato moltissimo l’esecuzione di tutto il concerto ed è stato accontentato nella sua richiesta di un bis, con l’esecuzione di un brano di C. W. Gluck, autore del Settecento.
Come abbiamo visto, la musica ci ha condotti nel nuovo millennio, nel Settecento e nel Novecento. Aabbiamo compiuto un viaggio tra le note ed nei vari stili di musica che l’hanno caratterizzata, un viaggio inebriante e ricco di suoni ed emozioni.
Il prossimo appuntamento è fissato per il 14 febbraio, festa degli innamorati, con la relazione di Andrea Cusano sul tema: ”La luce: una potente tecnologia per la salute dell’uomo” e a seguire Giorgio Marchesi, che ci presenterà “Il fu Mattia Pascal”, di Luigi Pirandello, accompagnato dalle musiche originali del M° Raffaele Toninelli, eseguite dallo stesso.
Giuseppe Di Gioia

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